Torre Annunziata. Era da tempo finito agli arresti domiciliari, ma lo scorso 22 luglio i carabinieri di Torre Annunziata lo avevano sorpreso fuori casa – un’abitazione in pieno centro a Corso Umberto I – ovvero presso l’ospedale ‘S. Anna’ di Boscotrecase, dove senza autorizzazione avrebbe dovuto sottoporsi ad un intervento sanitario non urgente.

Per questo Gennaro Apuzzo, 24 anni, fratello di Nicola, ritenuto in passato dagli inquirenti uno dei killer al soldo del clan Gallo-Cavalieri, è da ieri ritornato in cella. Trasferito proprio come due anni fa presso il carcere di Poggioreale. Ad arrestare di nuovo Apuzzo sono stati ieri i militari della stazione oplontina (agli ordini del comandante Andrea Rapone e del maresciallo capo Egidio Valcaccia). Al 24enne, i carabinieri hanno infatti notificato un’ordinanza di aggravamento di misura cautelare, emessa il 18 agosto scorso dai giudici della Corte di Appello di Napoli.  

IL PRECEDENTE. Gennaro Apuzzo, nel novembre 2014, era già finito in manette: custodiva una pistola e quasi mezzo chilo di marijuana sul terrazzo. Durante la notte i carabinieri della compagnia oplontina, allora guidati dal maggiore Michele De Riggi, passarono letteralmente al setaccio il rione Poverelli, dove forte è ancora oggi l’influenza dei ‘Cavalieri’.

Le forze dell’ordine ricercavano soprattutto armi e stupefacenti. Durante una perquisizione in casa Apuzzo, nascosti sul terrazzo, quella stessa notte vennero ritrovati una pistola calibro 357, completa di 5 cartucce, ed un sacchetto contenente circa 430 grammi di marijuana, con tanto di bilancino di precisione per il confezionamento delle dosi. Tutto fu sequestrato; mentre Gennaro Apuzzo, ritenuto dagli investigatori vicino al clan, venne trasferito in carcere con le accuse di detenzione illecita di arma da fuoco e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti.

Suo fratello Nicola, invece, era stato arrestato dai carabinieri 6 mesi prima, in piena faida di camorra, quando – arma in pugno – si aggirava su uno scooter nei pressi di Palazzo Fienga, storica roccaforte all’epoca non ancora ‘sgomberata’ dei  rivali del clan Gionta.

 

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