Aldo Gionta, per l’antimafia partenopea, fu il mandante dell’omicidio di Natale Scarpa, alias “zì Natalino”, 73enne vicino al clan “Gallo-Cavalieri”, massacrato all’esterno dello stadio “Giraud” di Torre Annunziata il 14 agosto 2006. Questa l’ultima accusa mossa dal pm della DDA, Pierpaolo Filippelli, nei confronti dell’ex capo dei “Valentini”, oggi al 41-bis per associazione a delinquere di stampo mafioso, ma di nuovo alla sbarra in autunno (difeso dagli avvocati Giovanni Tortora e Gaetano Rapacciuolo) nell’udienza preliminare del processo-bis sull’agguato fissato a Napoli.

Per il “boss-poeta”, amante dei pizzini in prosa spediti dal carcere, si tratta della prima accusa di omicidio: pesantissima. Perché l’omicidio Scarpa scatenò a Torre Annunziata, per due lunghissimi anni, una faida di camorra e di vendette trasversali. La vendetta appunto. L’unico aspetto sul quale, fino ad oggi, convergono le dichiarazioni di pentiti eccellenti, tutti ascoltati nel primo processo già tenutosi sull’omicidio di “Zì Natalino”.

“Mi riferirono che Natale Scarpa doveva essere ucciso perché durante le feste di carnevale aveva aggredito un ragazzino vicino ai vertici del clan Gionta”. Così agli inquirenti Aniello Nasto, pentito cui venne ammazzato il fratello, nella prima “tranche” del giudizio che portò all’ergastolo di Pasquale Gionta, negli ambienti criminali “o’ chiatto”, fratello di Aldo il ras. Condanna cancellata in Appello.

LA VICENDA. L’omicidio di Natale Scarpa partì da lontano. Da uno scherzo di Carnevale fatto dal figlio di Aldo Gionta, Valentino junior, all’epoca 14enne, solo dopo “primula rossa” del clan, all’anziano luogotenente dei “Gallo-Cavalieri”. Secondo le indagini dell’antimafia, l’erede designato del “boss-poeta” tirò un uovo contro “il vecchio” rivale, che reagì schiaffeggiandolo.

Un’onta mai digerita dai “Valentini”. Per vendetta, quindi, Aldo Gionta avrebbe ordinato di lavare col sangue lo “sgarro” subito. A piazzale Gargiulo, a due passi dallo stadio del glorioso Savoia. Platealmente e con decine di testimoni a guardare la scena. Quasi a voler lanciare un segnale chiaro. Dopo l’uccisione di Natale Scarpa, nel rione Carceri di Torre Annunziata, si esplosero fuochi d’artificio per festeggiare.

 

 

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