TORRE ANNUNZIATA. Secondo gli inquirenti, appena uscito dal carcere si era procurato armi e stava progettando alcuni omicidi di camorra. Con l'accusa di porto di arma clandestina, la Dda di Napoli ha emesso un decreto di giudizio immediato per Domenico Tamarisco, uno dei capi della famiglia di narcos di Torre Annunziata, arrestato nell'aprile scorso, tre settimane dopo la sua scarcerazione.

Tornato nella villa di famiglia al rione Poverelli (successivamente confiscata), Tamarisco aveva deciso di far sentire la sua “presenza” in città e, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, aveva già progetto qualche omicidio.

Dinanzi ai giudici del tribunale di Torre Annunziata, si è così celebrata la prima udienza del processo a carico. Domenico Tamarisco è imputato solo per armi. Dal carcere, il ras ha chiesto di poter essere presente in aula. Ma i giudici hanno stabilito che affronterà il giudizio in videoconferenza, per motivi di sicurezza.

Insieme a suo fratello Bernardo, il boss in carrozzella, Domenico Tamarisco, pochi giorni fa, è stato destinatario di un nuovo ordine di arresto, accusato di traffico internazionale di cocaina, in concorso con una cosca della 'Ndrangheta, i Pelle-Vottari, tra le più sanguinarie ndrine calabresi e responsabili della strage di Duisburg. Secondo i finanzieri del Gico, i Tamarisco e i Pelle-Vottari erano entrati in affari per trafficare droga.


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