L'ultima carta prima di prendere atto di avere perso per sempre la partita e nel peggiore dei modi. L'ex sindaco di Torre Annunziata, Vincenzo Ascione, ha deciso di ricorrere al Tar contro la lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche deciso dal Consiglio dei Ministri guidato da Draghi su proposta del Viminale. Alle pesanti accuse contenute nel dossier della Prefettura di Napoli, che ha giudicato il comune di Torre Annunziata pesantemente condizionato dai clan Gionta e Gallo-Cavaliere, l'ex primo cittadino ha contrapposto un documento in cui prova a smontare tutti i punti che hanno portato al comissariamento per mafia. 

In realtà per l'ex uomo del Pd, con cui poi il suo partito ha innescato una guerra all'ultimo colpo, è solo una strada per cancellare la macchia di essere stato un sindaco condizionato dalla camorra. Quando infatti è arrivata la decisione dello scioglimento la sua esperienza amministrativa era già finita. 

Un'inchiesta della Dda aveva portato, infatti, alle dimissioni in massa dei consiglieri comunali di maggioranze e opposizione per cui la sua esperienza amministrativa era comunque finita prima della decisione assunta su proposta del Ministero dell'Interno. 

Nel ricorso Ascione prova a ribaltare la situazione e chiede “l’annullamento integrale di tutti gli atti e di tutti i provvedimenti impugnati”.

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