Torre Annunziata. "E' davvero singolare che questioni interne ad un'associazione privata, come la Camera Penale, siano messe all'ordine del giorno di questo Consiglio. Dopo l'annullamento delle elezioni (qui e nel link in basso, ndr), per me è giunto il momento di mettere un punto. Dico basta, mi dimetto".

L'avvocato Elio D'Aquino, con un durissimo intervento andato in scena oggi, apre la spaccatura interna all'Ordine degli Avvocati di Torre Annunziata, così rinunciando e in modo irrevocabile alla delega "nei rapporti con i penalisti". Delega conferitagli dallo stesso Ordine, ma "allo stato incompatibile con possibili impegni futuri, di carattere personale, in un momento così delicato" per la categoria.

Drastica la sua presa di posizione, ufficialmente agli atti dell'ultima infuocata riunione del Consiglio. A pesare sulla scelta del noto avvocato torrese è soprattutto il provvedimento con il quale il collegio dei probiviri - organismo chiamato a pronunciarsi sui ricorsi che contestavano la "regolarità" delle elezioni, tenutesi il 16 e 17 dicembre scorsi per il rinnovo del direttivo della Camera Penale - ha evidenziato "un allarmante quadro di irregolarità formali", di conseguenza annullando i risultati del voto.

"Una decisione - sottolinea ancora D'Aquino, convinto sostenitore del neo-presidente Vincenzo Cirillo e della lista uscita vincitrice dalle urne - emessa senza contraddittorio, dunque illegittima e priva di senso quanto ai percorsi argomentativi utilizzati. Le dimissioni consentiranno al sottoscritto la libertà di discutere tali aspetti singolari nelle sedi opportune".

"Occupiamoci dei problemi reali dell'Avvocatura, evitando ingerenze dell'Ordine in questioni interne alla Camera Penale" è il messaggio finale lanciato da D'Aquino. "Quali? Gli esami di avvocato continuano ad essere una 'truffa' di stato, la politica degli incarichi affidati alle varie sezioni del Tribunale è ambigua - affonda durissimo - . Sul piano nazionale, si spendono milioni di euro per una formazione fasulla, non pensando alla istituzione di un fondo di garanzia per gli avvocati, molti dei quali ormai diventeranno i nuovi poveri.

E' di questi problemi - conclude il penalista -  che dovrebbe occuparsi l'Ordine. Non di fisiologici dissapori che possono intervenire in seno ad un'associazione privata, ancorchè così prestigiosa. Le associazioni devono essere libere e indipendenti. Il tutto, nell'interesse di un dibattito che non risulti omologato ed appiattito".

  

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