“Sorpreso negativamente dalla pena inflitta la mio aggressore”. Ha commentato così su Facebook il giovane avvocato di Torre Annunziata, colpito lo scorso 6 novembre, nel tentativo di rapina con una roncola da Nicola Garofalo, al quale il giudice Antonello Anzalone ha inflitto una pena di 11 anni e 6 mesi.

La richiesta da parte della pm Anzalone erano di 18 anni. L’amarezza per la sentenza era stata già espressa da Walter Casciello, legale del procuratore sportivo oplontino.

Poco fa anche la replica della vittima, che non ha alcuna voglia di arrendersi. “A differenza di quanto si possa pensare rimango, in negativo, sorpreso dalla pena inflitta dal giudice al mio aggressore. Mi aspettavo che la condanna fosse proporzionata oltre che alla violenza del fatto e alla concordanza palese degli indizi, anche alla richiesta di pena avanzata dal pubblico ministero, ben più corposa di quella comminata poi dal giudice. 11 anni e 6 mesi per un lettore ''esterno'' possono sembrare tanti, ma per chi come me ha studiato giurisprudenza sa che una pena di tale entità ''al netto'' corrisponde a molto meno, visti gli escamotage e le misure cautelari alternative concesse dalla legge. D'altronde, tuttavia, in un paese come l'Italia dove gli omicidi spesso sono sanzionati con pene molto inferiori rispetto alla sanzione inflitta al mio aggressore, c'è paradossalmente da ritenersi leggermente soddisfatti. In ogni caso, si chiude il primo tempo di una partita molto lunga ed estenuante che non mi vede per nulla soddisfatto, io e il mio Avvocato spingeremo per fare appello e dare modo ad un giudice più ''coscienzioso'' di condannare adeguatamente questa persona ed evitare che altre persone come me subiscano una tale violenza”.

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La condanna