All'ombra del Vesuvio, tra le mura del centro antico, quel che resta di Palazzo Fienga, complesso immobiliare strappato al clan Gionta e ancora in attesa di riqualificazione. In quel luogo simbolico, ex centro nevralgico di ogni male, è intrappolata la storia della camorra di Torre Annunziata.

"La linfa vitale della criminalità organizzata è Il patrimonio economico. Privare il malaffare di ogni sua ricchezza significa colpirlo alla radice. A Torre Annunziata sono 67 i beni confiscati e tra questi c'è anche Palazzo Fienga, ad oggi un luogo spettrale e in stato di abbandono. Riconvertire gli immobili non è semplice, c'è un iter specifico da seguire. Bisogna verificare insieme all'Autorità Giudiziaria la presenza di soggetti terzi che hanno diritto sull'immobile e poi procedere alla confisca. Sono stati i sacrifici di magistrati, giornalisti e cittadini a permettere il potenziamento della riforma sui beni confiscati. Trasformiamo questa storia di morti in una storia di vivi".

A dichiararlo è Daniela Lamberti, dirigente dell'Agenzia Nazionale Beni Confiscati presente all'evento 'Dalle mani sulla città alle mani per la città' svoltosi ieri pomeriggio alla scuola media 'Pascoli'. A pochi giorni dal 21 marzo, giornata in memoria delle vittime di mafia, l'iniziativa di Libera nell'istituto oplontino con protagonisti i ragazzi.

Ad inaugurare l'incontro-dibattito le parole di incoraggiamento di Don Ciro Cozzolino, Referente del Presidio Libera di Torre Annunziata. "Quest'anno il tema che abbiamo scelto è riassumibile in due parole: 'è possibile'. Quando siamo in difficoltà tendiamo a scoraggiarci, pensiamo di non farcela. Stavolta il tema scelto da Libera va nella direzione opposta. Battere la camorra è possibile e la confisca dei beni è fondamentale per vincere questa battaglia. Prendo in prestito le parole di Don Milani, che diceva 'I Care'. Anche a noi importa e la nostra presenza qui, oggi, lo dimostra".

Durante l'incontro sui beni confiscati gli studenti della 'Pascoli' sono stati accompagnati per mano, passo dopo passo, in un excursus storico e legislativo sugli immobili strappati alla camorra, che va al di là del semplice nozionismo. Da Pio La Torre a Giancarlo Siani: se oggi lo Stato ha a disposizione questo potente strumento per indebolire la camorra, lo deve a chi ha pagato con il sangue il proprio ideale di giustizia.

Tra gli esperti presenti all'evento Riccardo Cristian Falcone - Responsabile Regionale dei Beni Confiscati e attivista di Libera. "In 27 anni, dall'applicazione della legge 109 del '96, lo strumento della confisca e del riutilizzo sociale dei beni è stato rivoluzionario. Ha consentito di costruire un cambiamento concreto sui territori, dimostrando ai cittadini che la camorra può essere sconfitta e per questo va difeso a tutti i costi. Ultimamente abbiamo la percezione che questo provvedimento sia sotto attacco, colpito più volte da narrazioni tossiche e distorte legate ai numeri. Conosciamo le criticità, ma ogni giorno ci impegniamo per superarle insieme alle istituzioni".

Solo in Campania sono 8mila i beni strappati ai clan. Alla Magistratura spetta il compito di regolare l'efficacia del provvedimento restrittivo. "A Torre Annunziata sono 67 i beni confiscati alla criminalità organizzata e tra questi c'è Villa Tamarisco, restituita di diritto alla comunità. Le istituzioni e la società civile hanno il dovere morale di liberare la città dalla cappa dell'indifferenza, dell'omertà e del qualunquismo. La magistratura non ha una funzione puramente repressiva - dichiara Andreana Ambrosino, Presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, sezione di Torre Annunziata - Con la confisca dei beni si aggredisce il patrimonio della camorra, che spogliata dallo Stato di tutte le sue ricchezze perde ogni consenso sociale agli occhi della comunità".

Negli anni '90, mentre i pedofili perseguitavano i bambini del Rione Poverelli, a Villa Tamarisco si decidevano le sorti di Matilde Sorrentino, mamma-coraggio messa a tacere per sempre con quattro colpi di pistola. Ad oggi l'immobile è stato riqualificato ed è nuovamente nelle mani dello Stato. Tra i presenti all'evento anche Mariano Di Palma, referente regionale di Libera Campania e Massimo Rocco, Presidente della cooperativa le terre di Don Peppe Diana

A fine incontro la dirigente scolastica Daniela Flauto ha esortato gli studenti a fare tesoro di ogni parola pronunciata durante l'incontro. "Insegniamo ai ragazzi la cittadinanza attiva. In un paese meraviglioso come Torre Annunziata non è giusto sottolineare solo nefandette e brutture. Dobbiamo ricominciare ad essere orgoliosi della nostra città e per farlo è necessarioe educare i giovani a proteggere il territorio e a non fuggire via".

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