Non ha dichiarato una condanna per droga. Assolto perché il fatto non sussiste.

Un incubo durato anni per M.L., un 35enne di Torre Annunziata. Andato fuori regione per lavorare, ha dovuto fare i conti con i ritardi della burocrazia. Entrato in servizio ad ottobre del 2017 come collaboratore scolastico al Liceo “Torelli” di Fano, in provincia di Pesaro, è stato licenziato e ha dovuto restituire lo stipendio percepito per non aver dichiarato i carichi pendenti. La dirigente scolastica dell’istituto aveva visto che nella sua fedina penale risultata una condanna per droga.

Una sentenza però notificata quasi due anni dopo il suo ingresso in quella scuola, il 1 marzo 2019. L’uomo non l’aveva dichiarata perché al momento del suo ingresso in servizio non era ancora diventata definitiva. E quando lo è diventata, due anni più tardi, lui aveva di fatto già espiato la pena scontando la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Un particolare rimasto inosservato dalla dirigente scolastica. In aula, infatti, ha confermato che al momento della presentazione della domanda risultava il precedente ma non è stato verificato che la sentenza è stata notificata in ritardo. “Agiremo contro il Ministero dell’Istruzione in sede civile e amministrativa – ha spiegato l’avvocato Anna Fusco – per i danni che ha dovuto subito il mio assistito in questi anni”.

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