“Non hanno saputo evitare la morte di mio figlio. Mi hanno fatto pochi controlli e alla fine il mio bimbo ha perso la vita”. Per il giudice monocratico del Tribunale di Torre Annunziata, Maria Rosaria Aufieri, fu omicidio colposo nel 2008 al reparto di ginecologia dell’ospedale “S. Anna e SS. Maria Della Neve” di Boscotrecase. Condannato a un anno e tre mesi con pena sospesa il dottor Luigi Lacchi, a quel tempo direttore dell’unità operativa semplice del reparto di ostetricia, che invece di effettuare una cardiotografia su un feto pronto alla nascita “passò” l’incarico ad un’infermiera, Rosa Russo, di Castellammare ma residente a Torre Annunziata, difesa dall’avvocato Giuseppe De Luca ed assolta invece da ogni ipotesi di concorso nel delitto.

Decisive, per la sentenza emessa nella serata di ieri, anche le testimonianze a processo del dottor Angelo Mascolo e di due infermieri dell’ospedale, che nel corso delle udienze confermarono come solo il medico possa "eseguire il tracciato del battito cardiaco”.

Non insomma un’infermiera: Rosa Russo, appunto, che inizialmente non si tirò indietro, ma comunque non portò a termine il “compito” affidatole e che non le spettava. Mancanze delle quali una sola persona, il dottor Lacchi, nel febbraio 2008, fu responsabile per il Tribunale di Torre Annunziata.

Intanto una giovane mamma, parte civile a processo e assistita dall’avvocato Margherita Beatrice, piange ancora oggi un feto spentosi nel suo ventre. A poche ore dalla nascita. Per colpa di un tracciato mai eseguito.


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