Dallo spaccio di droga alle estorsioni: all'alba maxi blitz dei Carabinieri al Rione Poverelli di Torre Annunziata. In arresto 17 persone, su cui pendono 60 capi di imputazione. Per 14 degli indagati, di cui 5 già alla sbarra per altri reati, è stata disposta la misura cautelare in carcere. I pusher, per depistare le forze dell'ordine, utilizzavano i ragazzini dell'area popolare come corrieri della droga, quelli che Giancarlo Siani nei suoi articoli chiamava "muschilli". Minori, insospettabili e non a rischio arresto: dopo 40 anni le metodologie della criminalità sono le stesse.

Le attività di indagine, condotte dai militari e coordinate dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, sono iniziate nel 2018. La centrale di spaccio del 'Rione Poverelli' è entrata nel mirino degli inquerenti a seguito del ferimento, a colpi di arma da fuoco, di un acquirente proprio all'interno della roccaforte. Dal monitoraggio dell'area, protrattosi fino al 2019, sono state documentate numerose 'cessioni' di cocaina. La compravendita della sostanza stupefacente avveniva all'intero della zona popolare e in alcuni casi a gestire gli affari erano persone già agli arresti domiciliari.

Per eludere i controlli i pusher utilizzavano un linguaggio criptato. Tramite le intercettazioni ambientali i carabinieri di Torre Annunziata hanno individuato il vocabolario dei criminali: "ambasciata, biscotto, coso, caffè' le parole utilizzate durante le trattative con gli acquirenti. All'interno del 'Rione Poverelli' scoperto anche un sistema di videosorveglianza abusivo installato per battere sul tempo le forze dell'ordine. 

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