Torre Annunziata. Blitz dei carabinieri all'alba: decimati clan Gionta e Quarto Sistema
Arrestate 19 persone per associazione mafiosa, estorsione e detenzione di armi: indagini partite dall'agguato fallito a Giuseppe Carpentieri
30-11-2021 | di Marco De Rosa
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Blitz nella notte, altro scacco alla camorra. Nel corso mattinata odierna, i Carabinieri di Torre Annunziata hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 19 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, porto e detenzione di armi da sparo.
Sono tutti appartenenti ai contrapposti clan camorristici dei Gionta e del Quarto Sistema, egemoni a Torre Annunziata.
Il provvedimento è stato emesso in seguito ad una articolata attività d’indagine coordinata dalla DDA di Napoli e condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata, da maggio 2020 a luglio 2021, avviata all’indomani del tentato omicidio di Carpentieri Giuseppe, il 51enne ritenuto elemento di spicco del clan e genero del capo del sodalizio Valentino Gionta.
Anche il boss, ora 68enne, è stato raggiunto olpito dal provvedimento poiché ritenuto ancora al vertice dell’organizzazione, avvalendosi della collaborazione dei familiari più stretti, tra cui la figlia Teresa (47 anni), lo stesso Carpentieri e l’omonimo nipote Valentino Gionta (ora 38enne).
Le indagini hanno attinto elementi apicali del clan Gionta (detto anche dei Valentini), accertandone la capacità di controllo del territorio mediante l’intimidazione mafiosa, l’opprimente rete estorsiva ai danni di attività economiche locali e la capacità di fronteggiare militarmente le fazioni contrapposte, grazie alla disponibilità di armi ed esplosivi.
Ed è proprio nello scontro armato tra i clan che è maturato l’agguato a Carpentieri Giuseppe, avvenuto il 6 maggio 2020, per la cui esecuzione risultano raggiunti da gravi indizi di colpevolezza i fratelli Pasquale e Luca Cherillo, di 37 e 32 anni, Cherillo Pasquale, anche loro attualmente detenuti. Sono ritenuti promotori del neo-costituito clan denominato Quarto Sistema, con base nel quartiere popolare del “Parco Penniniello” e mossi da sentimenti di vendetta per l’omicidio del loro nonno Natale Scarpa, consumato il 14 giugno 2006 in un agguato eseguito da sicari del clan Gionta.
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