81 schede per la lista “Noi Sud”, delle quali 79 con preferenza espressa per Raffaele Sentiero (poi eletto in Consiglio regionale nel 2010 come primo di quella lista), 2 senza alcuna preferenza. Sono in tutto 4, invece, quelle schede “anomale”, che riportano il voto per Sentiero in corrispondenza però di liste diverse: due della numero 8 – “Destra-Storace”; una della numero 15  - “M.P.A./P.S.I”; una infine in corrispondenza della lista numero 11 – “Il popolo della libertà”.

E’ questo il risultato ufficiale emerso dal riconteggio delle 600 schede (ordinato in dibattimento dal giudice monocratico del Tribunale oplontino, Antonio Pepe) contenute nel plico “Comune di Torre Annunziata, sezione 49”. La Sezione nella quale, secondo il pm della Procura della Repubblica, Sergio Raimondi, si “violò la legge elettorale” la sera stessa del 29 marzo di cinque anni fa (sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti finirono pure altri 17 seggi di Torre Annunziata e 3 di Boscoreale, ndr).

Il tutto per favorire, questa la tesi accusatoria, l’elezione in Regione di Sentiero (estraneo alla vicenda penale) ai danni del primo degli esclusi, e per una manciata di voti, Francesco Barbato. Il processo, che vede oggi imputati l’allora assessore in quota Pd Michele Cuomo, in qualità di rappresentante di lista, e il segretario del seggio Michele Papa, nacque proprio dalla denuncia presentata in Procura da Francesco Barbato (figlio dell’ex senatore Udeur Tommaso).

Per l’accusa, furono 4 i voti attribuiti in maniera “fraudolenta” nella 49 a Sentiero. Ma il ricalcolo delle schede (effettuato il 12 maggio ed ora agli atti) potrebbe quantomeno alleggerire la posizione di Cuomo (difeso dall’avvocato Michele Riggi) e Papa (assistito dai legali Marina Ciniglia e Roberto Cuomo), visto che il numero di schede totali “pro-Sentiero”, rinvenute nel plico riaperto, almeno numericamente corrisponde al risultato trascritto nel verbale della sezione “incriminata”.

Le schede rinvenute, in pratica, sono esattamente 83 (e non 81, delle quali 2 assegnate in maniera “sospetta”, come fino ad oggi pareva emergere anche dalla deposizione in aula di chi, materialmente, effettuò un primo riconteggio, sempre contestato dalla difesa).

Se poi quelle schede furono attribuite in maniera “fraudolenta”, al contrario limpida, o con una sorta di grossa “approssimazione” (come dichiarato a processo dalla dottoressa Adorà, funzionaria della Prefettura, nella sua testimonianza del 27 marzo 2014) in favore di Sentiero, lo stabilirà il giudice Pepe.

Non oggi, però, giorno di astensione al Tribunale di Torre Annunziata e di certo rinvio della decisiva udienza già in programma sui presunti brogli alle ultime Regionali. La parola fine sull'intera vicenda, anche su possibili colpi di scena all’orizzonte, si scriverà forse solo a inizio estate.


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