Torre Annunziata. Risposte al giudice zero. Si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere i 7 presunti capi e affiliati al “terzo sistema”, il nuovo clan di camorra creato tra i Gionta e i Gallo-Cavalieri da alcuni giovani pregiudicati a Torre Annunziata.

In manette – lo scorso 13 luglio - finirono Domenico Ciro Perna, 26 anni (nella foto il suo “covo”), considerato il capo della cosca indipendente; con lui in carcere anche Salvatore Orofino (34), Antonio Longobardi (24), Gennaro Pinto (19), Luigi Gallo (26), Bruno Milite (23) e il più giovane del gruppo, il 19enne Vittorio Della Ragione. Associazione per delinquere di stampo mafioso, detenzione di esplosivi, porto e detenzione di armi e ricettazione: sono le accuse mosse a vario dal sostituto procuratore della Dda di Napoli Claudio Siragusa.

Il gip antonello Fiorentino - del tribunale di Torre Annunziata - dopo aver incontrato i 7 (accompagnati dai loro legali, tra gli altri gli avvocati Giovanni Tortora, Salvatore Irlando, Mauro Porcelli e Gennaro Maresca), non ha convalidato i fermi, lasciando però in carcere gli indagati. Infine il giudice si è dichiarato incompetente, inviando l'intero fascicolo agli inquirenti di Napoli. Perna, cognato del baby-boss Sasà Paduano e già detenuto per la ricettazione di un'auto noleggiata in Olanda (vettura mai restituita), resta a Poggioreale. Tutti gli altri, invece, nel penitenziario di Secondigliano.

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