TORRE ANNUNZIATA. “L’omicidio Scarpa non fu solo una faccenda di onore: dietro c’erano anche altre questioni che Pasquale Gionta voleva regolare con i Gallo-Cavalieri”.

Dopo il rinvio per un malore del testimone alla scorsa udienza, si è nuovamente celebrato il processo a Luigi Maresca, unico imputato che ha scelto l'ordinario per difendersi dall'accusa di aver fatto parte del commando, che il 14 agosto 2006 uccise Natale Scarpa, 76enne padre del ras Vincenzo "caramella".

A confermare il racconto sono stati Aniello Nasto "quarto piano" e Michele Palumbo "munnezza", i due super pentiti del clan Gionta, escussi dal pm della Dda di Napoli dinanzi ai giudici della Corte d'Assise. Entrambi hanno confermato di non aver preso parte all'azione omicidiaria, ma di conoscere i dettagli di quell'agguato.

Seppure tra diversi “non ricordo”, Nasto ha ribadito la sua versione: "Furono Luigi Maresca e Vincenzo Amoruso ad ammazzare zì Natalino". "Io non li vidi salire sulla moto - ha continuato Nasto, durante il controesame dell'avvocato Giovanni Tortora, difensore di Maresca - . Ma ricordo che era partita da Palazzo Fienga verso lo stadio Giraud. A via Bertone, sentii soltanto il rumore dell'acceleratore".

Palumbo, invece, ha saputo (dopo la sua scarcerazione) ciò che era accaduto e ha confermato: "Lo uccisero Giggino 'o trippone (Maresca) e Vicienzo 'a vicchiarella (Amoruso, morto in carcere due anni fa). Lo schiaffo al guaglione fu solo un pretesto". Quel "guaglione" era Valentino Gionta junior, figlio di Aldo, che a febbraio del 2006 fece uno scherzo di Carnevale alla vittima: Scarpa, infatti, fu colpito da un uovo e, dopo averlo bloccato, schiaffeggiò l'allora 14enne Valentino junior.

La vendetta arrivò sei mesi dopo, in un pomeriggio prima di Ferragosto. Quell'omicidio fu l'inizio della faida di Torre Annunziata, terminata solo a maggio 2014 con il delitto di Giuseppe Maresca, alias 'o saccaro. Ma dal racconto di Palumbo viene fuori una novità: “All’organizzazione dell’omicidio, prese parte pure Biagio Coppola, fratello di Giuseppe”. Una versione inedita, sulla quale la Dda effettuerà accertamenti. “Io ho partecipato a 6 omicidi – ha confermato, poi, Michele 'munnezza' – e ne ho organizzati altrettanti. Anche con Ciro Nappo, quando lui era il reggente del clan Gionta”.

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