TORRE ANNUNZIATA. Associazione di tipo mafioso, traffico illecito di stupefacenti, estorsione, detenzione e porto illegale di armi: cinque secoli e mezzo di carcere al clan Gallo-Cavalieri e al suo braccio armato dei ‘Pisielli’. E’ la ‘batosta’ inflitta dai giudici d’appello alla camorra di Torre Annunziata. Quasi la parola fine scritta sul blitz ‘Manonera’, la maxi-retata che nel 2013 smantellò il gigantesco business illecito, messo in piedi da entrambe le famiglie nella roccaforte del rione ‘Penniniello’. Cinquecento carabinieri portarono via, manette ai polsi, più di 80 persone. Fu scacco matto al traffico transnazionale di hashish e cocaina, che gestito dalla cosca arrivava dall’Olanda fino al ‘Penniniello’.

IN SOSTANZA CAMBIA POCO. La sentenza emessa dal collegio della VI Sezione della Corte d’Appello di Napoli è quasi una 'fotocopia' del verdetto di primo grado: cambia poco o nulla. Sconti ‘veri’ solo a Nicola Guida, considerato l’ex reggente della cosca. Per lui una condanna a 20 anni - il massimo che potesse incassare in abbreviato - rispetto ai precedenti 28. Forte riduzione anche per Francesco Gallo, alias “Ciccio ‘o Cavaliere": 20 anni in luogo dei 26 inflittigli nel 2014 dal gup.

Sconto di un anno e 4 mesi per Vincenzo ‘caramella’ Scarpa (difeso dal legale Anna Fusco). Conferma secca della pena per il boss Francesco Gallo (condannato a 18 anni e 8 mesi), alias «Francuccio ‘o pisiello», noto alle cronache nazionali perché travolto dall’indagine sulla presunta estorsione ai danni della ‘Cattleya’, la casa cinematografica produttrice della serie tv ‘Gomorra’. E’ andata peggio a Pasquale Gallo. Il 36enne fratello di Francesco ‘Pisiello’ ha incassato 20 anni di reclusione. QUI tutta la sentenza

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