Decade il commissariamento del PD di Torre Annunziata. La decisione assunta dal segretario regionale Leo Annunziata e provinciale Marco Sarracino non è stata ratificata dalla Direzione Regionale. Lo statuto del partito prevede infatti che la ratifica debba avvenire entro 30 giorni dalla decisione. Ratifica avvenuta in ritardo e non valida vista la mancanza del numero legale. Ma andiamo con ordine.

IL COMMISSARIAMENTO “FANTASMA” – Tutto parte il 31 dicembre scorso quando, alle 7:27 del mattino, il dirigente regionale Paolo Persico comunica alla stampa locale il commissariamento. Dopo settimane di tira e molla, quella del 31 dicembre è la prima nota nero su bianco che parla di commissariamento. Fino a quel momento nessuna comunicazione al segretario cittadino, nessuna nota ufficiale interna al partito. Né prima, né dopo. La decisione viene giustificata con “l’obiettivo di assicurare una guida di garanzia evitando eccessive contrapposizioni per ricostruire, in tempi brevi, le condizioni per un funzionamento pieno e condiviso degli organismi, in un momento delicato della città”.

Un commissariamento “anomalo”, visto che al segretario cittadino non viene comunicato nulla. Né una pec, né una mail ufficiale. L’unico documento nero su bianco appunto è il comunicato stampa inviato all’alba del giorno di San Silvestro.

LA RATIFICA – Volendo prendere per buona la nota stampa del 31 dicembre (e già questa è una grande anomalia, ndr), i 30 giorni entro i quali procedere con la ratifica scadono il 30 gennaio. Il presidente dell’assemblea regionale Berardo Impegno invia solo il 2 febbraio la mail ai componenti chiedendo il voto sulla ratifica. La modalità di voto è tramite posta elettronica, vista l’emergenza sanitaria in corso. Per essere valida, alla votazione dovevano partecipare almeno 61 componenti (maggioranza assoluta di 120). Al voto partecipano solo in 50.

LA RICHIESTA DI ACCESSO AGLI ATTI – Alla luce delle evidenti “stranezze” procedurali e al termine del voto elettronico, il segretario commissariato Francesco Savarese invia una nota nella quale chiede l’accesso agli atti. Apriti cielo. Da una parte il segretario provinciale Marco Sarracino convoca il consigliere regionale Antonio Marciano (referente politico di Savarese, ndr) e prova a giustificarsi. Durante il summit anche la velata minaccia “non ci metto nulla a commissariare di nuovo il partito a Torre Annunziata” afferma il segretario provinciale. Dall’altra parte il commissario cittadino Paolo Persico convoca Francesco Savarese per tentare di ricucire. Ad oggi quindi a Torre Annunziata ci sono due PD. Una situazione sempre più kafkiana, partita male e (forse) finita peggio.


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