TORRE ANNUNZIATA. Blitz dei carabinieri del NOAM al tribunale di Torre Annunziata, continua la maxi-inchiesta sui falsi bolli per risparmiare soldi sulle cause. Ad affiancare gli agenti del Nucleo antifalsificazione monetaria, gli uomini della polizia giudiziaria della Procura oplontina, che ieri hanno passato al setaccio decine di faldoni e documenti al terzo piano del Palazzo di giustizia. Sono addirittura 378 gli indagati dal pm Silvio Pavia: coinvolti avvocati, cancellieri e tabaccai di Torre Annunziata, Castellammare, Gragnano e Torre del Greco.

IL BLITZ-LE CIFRE. Chiusi i controlli sui fascicoli 2013 e 2014, anche al Giudice di pace, l’obiettivo degli inquirenti è capire se l’ipotizzata truffa ai danni dello Stato (vicina al milione e mezzo di euro) sia continuata anche nel 2015. Sarebbero in 70 a rischiare il rinvio a giudizio. Circa 300 le posizioni che incorrerebbero invece in una semplice multa per irregolarità da poche decine di euro.

IL SISTEMA. Una semplice clonazione, niente di più. Questa l’ipotesi da mesi al vaglio degli investigatori. Gli strateghi della truffa, con la complicità di alcuni tabaccai della zona, miravano a mandare in ‘tilt’ le macchinette che stampano i contributi unificati, registrando un solo bollo alle Entrate per poi clonarne altri cinque con lo stesso codice. L’inchiesta partì nel 2013 da Castellammare di Stabia dove, per l’accusa, esisterebbe la tabaccheria che fungeva da centro di produzione delle marche fasulle.

IL COMMENTO DELL’ORDINE. Lo scorso 21 luglio - a margine della prima tranche di inchiesta - il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Torre Annunziata, Gennaro Torrese, scrisse “a tutela della dignità della professione” una lettera al Procuratore della Repubblica Alessandro Pennasilico. “Molti avvocati, in realtà, sono vittime della vicenda. Alcuni potrebbero essere stati tirati in ballo dai loro stessi clienti. Per questo ho scritto al Procuratore, chiedendogli di vederci chiaro, ma stralciando quelle posizioni marginali e da archiviare, anche per consentire un processo dignitoso ai veri colpevoli”.

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