Tra il disagio e la sicurezza, io devo scegliere la sicurezza, non possiamo rischiare una seconda Rampa Nunziante”. E’ il grido di allarme della preside del “Parini – Rovigliano” di Torre Annunziata Zeppetella Del Sesto in merito alle condizioni in cui versa il plesso di Via Isonzo, chiuso per motivi di sicurezza dalla mattina di lunedì 7 maggio.

Una decisione, presa dalla dirigente scolastica, effettuata per garantire la sicurezza di alunni e personale che frequenta la sede scolastica del quartiere Poverelli. Una decisione che ha fatto scattare la protesta dei genitori che questa mattina si sono recati al plesso di Rovigliano per chiedere spiegazioni alla preside Zeppetella Del Sesto.

“Si comunica al personale e alle famiglie che il plesso di via Isonzo resterà chiuso per motivi di sicurezza. – si legge nella circolare firmata dalla direttrice scolastica –. Si comprende il disagio che la chiusura comporterà e che si è cercato di evitare in ogni modo con reiterate richieste all’ufficio tecnico ma non essendoci stato alcun intervento tra quelli richiesti, si ritiene prioritaria la sicurezza di alunni e personale. Gli alunni saranno accolti nel plesso di Rovigliano, dove svolgeranno le regolari attività didattiche”.

LA STORIA. Una decisione che ha mandato su tutte le furie i genitori dei bambini che frequentano il plesso di via Isonzo che in mattinata hanno occupato il piazzale della scuola per protestare nei confronti della preside e spingere per una pronta riapertura dello stabile del rione Poverelli. Un edificio, però, che ha numerose segnalazioni a riguardo, fin dal mese di settembre quando la dirigente scolastica ha richiesto i certificati di agibilità dei tre plessi. Quello di via Isonzo, particolarmente disastrato, è stato interdetto in gran parte, con lavori di sanificazione, tinteggiatura ed installazione degli estintori effettuati a spese della scuola. E’ stato rilasciato un nullaosta che ha permesso ai bambini di frequentare l’istituto ma con il passare del tempo le condizioni del plesso sono peggiorate, specie dal punto di vista igienico – sanitario, tanto da far sì che il comune e la scuola intervenissero di nuovo per implementare dei nuovi bagni. Con due lettere inoltrate al sindaco ed agli uffici competenti, tra aprile e maggio, si richiedeva l’intervento tempestivo con la promessa della preside Zeppetella che, “qualora non fosse giunta alcuna risposta, si sarebbe impegnata, dal primo maggio, a sospendere le attività scolastiche dal plesso di via Isonzo per accogliere poi i bambini nelle aule della sede centrale, con turni pomeridiani se necessari”. Nessuna notizia dagli uffici comunali, ma la preside Zeppetella Del Sesto incalza con la richiesta di una perizia di un o studio tecnico privato sulle “condizioni di sicurezza per lavoratori ed alunni del plesso di via Isonzo”.

I RISULTATI DELLA PERIZIA. Il verdetto è allarmante: il plesso si presenta in “pessime condizioni igienico – sanitarie, presenti segni di infiltrazioni di acqua piovana che hanno causato ammaloramento del’intonaco, scrostamento della pittura, presenza di muffe e polvere”. A seguito di questa situazione “è necessaria la messa in sicurezza dei parapetti dei lastrici solari pericolanti ed abbattimento degli alberi di pino situati nei pressi dell’ingresso secondario e nel giardino interno, che risultano pericolosi”. Ma c’è dell’altro: la perizia coinvolge tutta la zona ed evidenzia l’inagibilità della palestra, presenza di eternit nelle canne fumarie esterne all’edificio e necessità di manutenzione esterna ed interna di tutti gli accessori, anche porte e finestre e adeguamento alla normativa antincendio.

LA REAZIONE. A seguito della perizia, la contromossa della preside Zeppetella Del Sesto non si è fatta attendere: “A seguito degli interventi solo limitati ed incompleti effettuati dal comune, ho ritenuto indispensabile sospendere le attività scolastiche e dislocare le classi presso la sede centrale”. Con una circolare del 4 maggio scorso, ecco l’ufficialità del provvedimento. Nel frattempo l’ufficio tecnico comunale si è attivato per un sopralluogo che ha certificato il bisogno di effettuare alcuni lavori di manutenzione che, dovrebbero, secondo quanto riferito alla preside, terminare in due o tre giorni lavorativi.

LA PROTESTA DEI GENITORI. Sono solamente tre i bambini che nella mattinata di lunedì 7 maggio sono andati alla sede centrale per le attività didattiche. Già in passato è stato richiesto al comune un servizio scuolabus che, però, non sarebbe mai partito per indisponibilità di mezzi. “Con un bando di gara siamo riusciti, una volta a settimana, con un sistema di trasporto a portare i bambini dei due plessi di via Isonzo e via Pascoli, a fargli fare attività di laboratorio alla sede centrale, con un aggravio organizzativo ed economico a carico della scuola, pur di far lavorare i bambini. Un impegno che, però, secondo i genitori, non è sufficiente. In un confronto avuto tra genitori dei bimbi del plesso di via Isonzo ed il sindaco Vincenzo Ascione sarebbe emerso che la struttura, in realtà, è agibile e necessita solamente di alcuni lavori di manutenzione ordinaria. Il confronto quindi, è stato rimandato con la dirigente scolastica che, a seguito della protesta di una quarantina di genitori dinanzi al piazzale dell'istituto Parini -Rovigliano, ha acconsentito al dialogo. “La preside vuole che tutti i bambini vengano in questo plesso, ma noi non possiamo permetterci troppi spostamenti, vogliamo che il plesso di via Isonzo sia aperto”, dicono alcune mamme assiepate davanti al cortile della scuola. Sono intervenuti anche i carabinieri che hanno conferito con la preside e dato un’occhiata alle perizie e alle richieste scritte avanzate dalla scuola.  

LA RISPOSTA DELLA PRESIDE. Una replica che ha trovato il muro eretto dalla presidente Mariantonietta Zeppetella Del Sesto: “Tra la sicurezza ed il disagio, io scelgo la sicurezza. Mi hanno assicurato che in tre giorni verranno risolti i problemi, staremo a vedere. Di certo non c’è stata abbastanza sensibilità e chiarezza sull’argomento. Capisco le difficoltà dei genitori, ma chiedo loro di capire che non posso permettermi il rischio di avere sulla coscienza una seconda Rampa Nunziante. Qui c’è in gioco la sicurezza di centinaia di bambini”.

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