Inaugurato il Giardino della Legalità a Villa Parnaso. Nel polmone verde di Torre Annunziata è stato allestito un luogo dove ricordare le troppe vittime innocenti di camorra che la città ha conosciuto in questi ultimi 30 anni, a cominciare da Giancarlo Siani fino ad arrivare a Maurizio Cerrato, al quale è stata dedicata l’ultima (si spera anche la definitiva) maglia rossa dei Salesiani.

All’iniziativa, organizzata dalle associazioni Libera contro le mafie e Harambee, hanno partecipato la maggior parte dei parenti delle vittime innocenti: presenti anche Tania Sorrentino e la giovane Maria Adriana, moglie e figlia di Maurizio Cerrato, ucciso poco più di un mese fa in via IV Novembre per un posto auto.

Se ad essere presenti erano un po’ tutti i parenti delle vittime, ad essere assente, ancora una volta, era la città. Troppo bassa la partecipazione dei cittadini per un’iniziativa che aveva tra gli obiettivi quello di ricordare chi non c’è più. Dopo la bella mobilitazione avvenuta sabato 24 aprile, già in occasione del trigesimo non c’era quasi nessuno.

La provocazione di don Antonio Carbone “Ci sto perché non ci sto. E quindi?” come a dire “e adesso cosa si intende fare?” aveva davanti a sé purtroppo una platea poco numerosa, così come le belle parole di don Ciro Cozzolino “Impegniamoci seriamente, non soltanto con un post su Facebook” e del presidente dell’Osservatorio per la Legalità Giovanni Taranto “Ci sarà un’altra Capaci (oggi è l’anniversario della morte di Falcone, ndr) se non saremo capaci di scendere in campo senza delegare ad altri”. Presente anche l'amministrazione comunale con il sindaco Enzo Ascione e l'assessore alla cultura Anna Vitiello. "Oggi è stato piantato un seme importante - le parole del primo cittadino - l'impegno di queste associazioni che da sole si sono attivate per questa iniziativa rappresenta un punto di partenza importante".

Il lodevole impegno di chi si è attivato nella buona riuscita dell’iniziativa è da encomiare, tuttavia si corre il rischio che resti tutto così com’è se non c’è la capacità di mobilitare la parte sana della città che, come stamattina è stato ricordato, è da troppo tempo in sala di rianimazione.

Al termine dell'iniziativa la pittrice Rosa Scarica dell'associazione Harambee ha donato un dipinto alla famiglia di Maurizio Cerrato (in foto).

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