“Sapete solo lamentarvi su Facebook, ma quando si tratta di scendere in piazza a protestare voltate le spalle al diritto alla salute e ve ne fregate”. Un centinaio le persone che hanno sfilato da Piazza Nicotera al Maximall Pompeii per la riapertura del pronto soccorso di Boscotrecase. Dure le parole dei rappresentanti del comitato Nucleo Operativo, movimento che ha organizzato la marcia di protesta.

“Non abbiamo nulla contro l’apertura del centro commerciale più grande del Sud Italia e siamo orgogliosi che sia stato realizzato qui – specifica il comitato – ma sono troppe le criticità. Per arrivare al pronto soccorso del San Leonardo in media impieghiamo 15 minuti. Dopo l’apertura di Maximall, per cui sono attesi 45mila visitatori al giorno, ce ne potrebbero volere anche 30. Non possiamo più aspettare, dovete riaprire il presidio di Boscotrecase”.

Solo un centinaio di persone hanno aderito alla protesta per il diritto alla salute. Scortati dalle forze dell’ordine, hanno incitato i cittadini ad unirsi alla manifestazione. Un numero piuttosto deludente, a testimonianza di un’apatia cronica che affligge parte di Torre Annunziata. Presenti al corteo anche i genitori del piccolo Salvatore, neonato di Torre Annunziata morto dopo un mese dal parto. “Non siamo solo la città della camorra. Siamo un popolo di persone oneste che lavorano dalla mattina alla sera per portare avanti le famiglie. Potremmo essere un punto di riferimento per il territorio, ma servono servizi e il primo tra tutti è il pronto soccorso”, sottolinea il comitato.

Tra i presenti alla protesta i consiglieri D’avino, Quaranta e Giorgio di Torre Annunziata, il senatore Orfeo Mazzella e l’Assessore al Comune di Trecase Salvatore Napodano. Arrivati alla tappa finale, all’esterno del Maximall Pompeii, il Nucleo Operativo ha ricordato il dramma di una bambina appena nata morta nel tragitto da Boscotrecase all’ospedale di Castellammare a causa di un grave malore. “Se il pronto soccorso fosse stato aperto, probabilmente si sarebbe salvata e invece le tragedie aumentano. Senza un presidio d’urgenza siamo condannati a morire in caso di emergenza. Basta, non è più accettabile. Chiediamo ai sindaci di portarci da Vincenzo De Luca”, concludono i rappresentanti del Nucleo Operativo al termine del corteo.

 

 

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