TORRE ANNUNZIATA. Anna Barbera umiliò il clan Gionta davanti a tutti. Lo fece insultando con sputi in faccia al tribunale gli assassini di suo figlio, Umberto Ippolito, ucciso dai sicari dei Valentini nell’agguato del 22 febbraio 1994. L’uomo avrebbe dovuto testimoniare nel processo a carico di Luigi Limelli, all´epoca boss dell´organizzazione camorristica di Boscoreale attiva nel traffico e nello spaccio di droga. Del delitto si auto-accusò il pentito di via Bertone Salvatore Barbuto. Per questo, per quegli sputi ricevuti in udienza, contrari alle regole di onore della cosca, Anna Barbera doveva morire. Essere punita. La mamma che sfidò la camorra fu trucidata il 12 marzo 2004, mentre tornava dal mercato del venerdì con le buste della spesa ancora in macchina. Percorreva via Vesuvio - al confine tra Trecase e Torre Annunziata – a bordo della sua Fiat 500. Due colpi di pistola calibro 9 luger alla tempia e stop: “onore” ristabilito.

IL PROCESSO. A dodici anni esatti dalla brutale esecuzione, oggi al via il processo in Corte d’Assise. Alla sbarra c’è l’intero commando del clan Gionta: Umberto Onda (43, difeso dall’avvocato Elio D’Aquino), il killer detenuto al 41-bis che nel febbraio scorso tentò quasi di impiccarsi in carcere ad Opera, per rivolta contro i continui spostamenti di cella in giro per l’Italia. Secondo l’Antimafia fu “Umbertino”, ex reggente del clan, ad uccidere Anna Barbera. Con lui, quel giorno, c’era pure Aniello Nasto (alias “quarto piano”), il pentito reo-confesso del delitto per il quale i pm hanno già chiesto una condanna a dieci anni di carcere.

I RACCONTI DI NASTO. Una volta ricevuta l’imbeccata - dichiarò il pentito ai magistrati nel 2007 - io e Umberto ci ponemmo sulle tracce della vittima. Io guidavo un ciclomotore Honda Sh 150 di colore blu di provenienza furtiva, procurato dallo stesso Umberto Onda. Sapevamo il percorso che avrebbe fatto Anna Barbera per ritornare a casa e la raggiungemmo. Accostai l’auto della vittima e Umberto Onda esplose in corsa due colpi di pistola”.

TUTTI GLI IMPUTATI. Assieme ad Onda, dell’omicidio di Anna Barbera dovranno rispondere altri imputati eccellenti del clan Gionta: il collaboratore di giustizia Michele Palumbo “monnezza”, 42, e Alfonso Agnello “Chio Chio”, colonnello 51enne della cosca. Ad ordinare il raid punitivo, per l’accusa, fu Pasquale Gionta “o’ chiatto”, figlio del boss ergastolano Valentino, già condannato al carcere a vita per il duplice omicidio De Angelis-Genovese. Il processo al presunto mandante si aprirà in abbreviato tra due giorni.

      

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