Niente sconti. A nessuno del clan Gionta. La prima sezione penale della Corte di Cassazione di Roma ha confermato i dieci ergastoli già inflitti in appello a mandanti ed esecutori materiali dell’omicidio di Ettore Merlino, il pregiudicato di Torre del Greco, affiliato agli Ascione di Ercolano, fatto fuori con nove colpi calibro 9 Luger esplosi nell’agguato di camorra di via Nazionale il 24 maggio 2007. Altro fine pena mai per Pasquale Gionta, figlio di don Valentino, alias ‘o’ chiatto’, la vera mente dell’omicidio organizzato a Palazzo Fienga, la roccaforte ormai murata del clan di Torre Annunziata.

I momenti precedenti all’agguato furono tutti ripresi dalle videocamere piazzate in via Bertone 46 (vedi foto). ‘Frame’ che raccontarono dell’arrivo della vittima nel bunker dei Valentini e dell’incontro avuto da Merlino al secondo piano del Palazzo con Pasquale Gionta. Il fratello di ‘Aldulk' il ribelle è stato inoltre appena accusato dalla dda di aver organizzato un altro raid: quello contro Vincenzo Amoretti, alias ‘banana’, rivale della frangia ‘pisielli’ del clan Gallo-Cavalieri e ucciso nel sonno il 24 aprile 2007.

Ergastolo confermato per il delitto Merlino anche a Umberto Onda, Eduardo Venerando, Gennaro Longobardi, Giuseppe Coppola, Liberato Guarro, Gioacchino Sperandeo, Michele Palumbo, Alfonso Agnello e Amedeo Raia, questi ultimi due gli esecutori materiali dell’agguato ordito contro il pregiudicato corallino perché al clan Gionta arrivò l’esplicita richiesta dei Birra-Iacomino. Gli alleati di Ercolano ai quali i Valentini non potevano certo dire ‘no’. Condanna esemplare, nonostante la celebrazione del processo per tutti in abbreviato, anche per Michele Palumbo, alias ‘monnezza’, l’ultimo pentito del clan Gionta. Una collaborazione con la giustizia ‘ignorata’ in Appello e in Cassazione dai giudici delle due Corti.

 

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