Una pianta di ‘cannabis indica’, pesante 104 grammi e alta più di un metro e mezzo. La pianta era nascosta giù in cantina, forse pure per crescere ancora e meglio. Ad annaffiarla con cura quasi quotidiana era Franco Carotenuto, 36enne oplontino del ‘Parco Poverelli’ e con precedenti specifici. I carabinieri del Nucleo operativo di Torre Annunziata (diretti dal comandante Andrea Rapone), entrando in casa del pregiudicato quasi non credevano ai loro occhi. Oltre alla pianta di cannabis da 160 cm Carotenuto nascondeva, nella sua abitazione al complesso di edilizia popolare in via Vittorio Veneto, circa cinque dosi di marijuana dal peso totale di 3,5 grammi e 60 euro in contanti. Soldi ritenuti, dagli agenti, provento di attività illecita.

I militari hanno arrestato il 36 enne, già condannato alla pena di un anno e quattro mesi per droga, intorno alle 20: detenzione ai fini di spaccio e coltivazione di sostanze stupefacenti le accuse. Carotenuto, bloccato dopo l’ultimo blitz anti-droga condotto dai carabinieri nei rioni dello spaccio, sarebbe stato trovato in possesso anche di una ‘strana’ divisa. Una falsa riproduzione della classica casacca da vigile urbano, forse acquistata per pochi euro al mercato.

IL PROCESSO. Il 36enne pregiudicato del ‘Parco Poverelli’ (difeso dall’avvocato Ciro Ottobre) è stato spedito ai domiciliari in attesa di giudizio. Il processo, rinviato al 4 dicembre, si terrà con rito abbreviato al Palazzo di Giustizia di Torre Annunziata. Il pm aveva chiesto la custodia in carcere. Misura ritenuta troppo grave dal giudice monocratico del Tribunale oplontino, Paola Cervo, che ha invece accolto la tesi sostenuta dal legale di Carotenuto: non spacciava, non era un 'pusher'. 'Semplicemente' lui coltivava una pianta di marijuana. Una pianta da tenere giù in cantina. Alta più di un metro e mezzo.

foto archivio

 

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