“Le persone sono preoccupate di spendere ed entrano nei negozi già con l’ansia, anche di investire pochi soldi. Non c’è tranquillità”. Così ha dichiarato un commerciante del centro cittadino di Torre Annunziata, fortemente angosciato dal particolare momento storico che vede l’economia del paese piegarsi in due.

Esercenti che in un giorno incassano poco più di 200 euro, una miseria non opportuna a portare avanti nemmeno 1/3 dell’attività e che si ritrovano a dover continuare a pagare le tasse: “Il fatturato è sceso di almeno il 70% - dice un gioielliere – e i soldi avuti dallo Stato non coprono neanche l’elettricità o la Tari, che abbiamo dovuto pagare ugualmente, grazie al Comune”.

Il Sindaco Ascione ieri ha deciso di chiudere tutte le possibili zone di aggregazione, così come aveva precedentemente fatto il suo collega nella vicina Castellammare: “Adesso il torrese medio si concentrerà per strada per il pettegolezzo o lo “struscio”, creando così il caos – commenta la responsabile di un negozio di abbigliamento del Corso – perché le persone hanno paura che all’interno dei negozi possano mischiarsi qualcosa”.

Da non sottovalutare le ulteriori perdite che i commercianti avranno in prossimità delle festività natalizie, danni dovuti alla forte incertezza sul futuro economico e commerciale di Torre Annunziata, delle città limitrofe e dell’intera Italia. Le porte dei negozi sono aperte, pronte ad accogliere i consumatori eppure “non entra gente né di prima mattina, né a mezzogiorno e nemmeno alle 18”.

E nel frattempo, chi ha costruito con sacrificio il suo piccolo impero, il suo luogo di felicità, si ritrova a dover tentare di sbarcare il lunario ogni giorno, ma a quale prezzo?

“E’ il primo dopo 27 anni – dichiara un commerciante di abbigliamento per bambini -  che io non sono più  stimolato a fare il mio lavoro e anche se in forte crisi, siamo costretti a continuare a pagare le tasse”.