Non è mancato qualche momento di commozione per Alessandro Pennasilico, ex procuratore capo del Tribunale di Torre Annunziata ora in pensione, al quale oggi è stata conferita la cittadinanza onoraria dal comune oplontino.

Nella Casa Comunale di via Provinciale Schiti varie sono state le autorità che sono intervenute. Erano presenti, tra gli altri, l’ex primo cittadino Giosuè Starita, Pasquale Del Prete dell’associazione FAI di Ercolano e il procuratore Pierpaolo Fiillppelli. Non sono mancate nemmeno le più alte cariche delle forze dell’ordine dal maggiore dei carabinieri Simone Rinaldi, al primo dirigente del commissariato di polizia Claudio De Salvo.

L’EVENTO. La cerimonia è stata moderata da Nino Femiani, giornalista de “Il Resto del Carlino” e de “La Nazione”. Si è poi assistito alle performance degli alunni delle scuole “Pitagora-Croce”, “Leopardi” e “Parini- Rovigliano”.

Hanno successivamente preso la parola Giovanni Taranto, presidente dell’Osservatorio per la Legalità, don Ciro Cozzolino, referente del presidio Libera e Rocco Manzo, presidente del Consiglio Comunale.

Significative le considerazioni del sindaco di Torre Annunziata Vincenzo Ascione, seduto al tavolo assieme a consiglieri e assessori. “E’ un onore per me conferire la cittadinanza onoraria a un grande servitore dello Stato. Un plauso a lui per l'ottimo lavoro che ha svolto sul nostro territorio, a partire dallo sgombero di Palazzo Fienga nel 2015. Mi colpì quando sottolineò come fosse stato difficile intervenire, visto per ottenerne la liberazione ci sono voluti ben 30 anni. Infine non potrò mai dimenticare la vicinanza negli attimi successivi al crollo della palazzina di Rampa Nunziante nel luglio 2017”.

L’INTERVENTO. Alessandro Pennasilico è parso particolarmente commosso. Poi ha diviso la ‘sua’ Torre Annunziata in tre epoche. “La prima è stata quella raccontata dai miei avi, che erano cresciuti qui. La seconda mi porta negli anni ’80 come sostituto procuratore del Tribunale di Napoli. In quel tempo questa città era una delle più possedute dalla camorra. Nell’anno successivo ci furono più di 300 omicidi, tra cui quello di Giancarlo Siani. Ne fui colpito molto e lo seguii da vicino non come magistrato ma come amico di suo fratello e della sua famiglia. L’ultima epoca mi riporta al 2013, quando sono arrivato in Procura. In tanti me l’avevano sconsigliato. Mi ha, però, confortato l’impatto fisico con il territorio. Oggi non mi sento di aver fatto chissà cosa. Sono solo una piccola parte di un insieme di colleghi, che hanno svolto il proprio dovere al massimo delle proprie possibilità. Lascio un patrimonio di affetti e riconoscenza”.

Su un suo ingresso in politica ha affermato. “Un magistrato deve avere delle idee, ma nel caso in cui decida di lasciare questo ruolo non deve più tornare indietro. Io, personalmente, non sono mai stato tagliato”.

Infine Pennasilico è stato omaggiato con una targa e una pergamena, consegnata dal sindaco Ascione e dall’assessore Cirillo.

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