A Torre Annunziata i giovani firmano un contratto a tempo indeterminato con il precariato. Ottenere un lavoro all'ombra del Vesuvio non è affatto scontato. Eppure, in mezzo alle ombre dell'incertezza, un filo di luce c'era. Il concorso nella società Prima Vera avrebbe potuto assicurare un futuro migliore a 70 netturbini, ma così non è stato. Dopo avere studiato giorno e notte per conquistare il posto, le graduatorie concorsuali sono state congelate.

Un salto nel buio. Ad un passo dalla stabilità psicologica ed economica, ogni sacrificio è stato spazzato via. E nell'aria risuona insistente la solita domanda: 'Che ne sarà di noi?'. I netturbini si sono rivolti direttamente ai Commissari Prefettizi, rivendicando la correttezza e la trasparenza delle procedure concorsuali. In una lettera inviata alla triade nient'altro che la richiesta di essere ascoltati. 

"Donne, uomini, famiglie e giovani che in questo periodo sono legati ad filo. La voce di 70 persone unite dalla graduatoria concorsuale della PrimaveraTa. Concorso avvenuto nel bel mezzo di una pandemia, portato a termine attraverso la trasparenza, lo studio e la serietà, ora ci chiediamo, cosa ne sarà di noi? Questo concorso è stato un timido fascio di luce, che poteva, può, e potrà essere fonte di riscatto sociale. Siamo nati e cresciuti in questa Terra, pur facendo parte di un popolo martoriato, dalla scarsa presenza dello Stato, crediamo in un futuro non lontano da questo territorio".

"Lo scarso igiene urbano tra le strade principali e quelle secondarie, è conseguenza della poca forza lavoro presente in azienda, costretta a chiedere ulteriori sforzi agli encomiabili lavoratori.
Chiediamo chiarezza e trasparenza, il lavoro c’è, il personale è carente e di questi tanti sono prossimi alla pensione. Sarebbe bello avere un confronto, esporre i nostri quesiti e avere delle risposte".


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