Torre Annunziata. “Salendo la scaletta del ring provo un’emozione fortissima, ma sempre uguale. Al primo scalino respiro forte, al secondo mi concentro. Al terzo penso all’obiettivo e al quarto di essere più brava della mia avversaria. Sì. Io oggi, senza la boxe, non riuscirei a vivere”. E’ il commento di Rosaria Montuori, 16 anni di Santa Maria la Carità e ormai torrese d’adozione, appena appresa la notizia di un sogno ora reale. Dopo tanti sacrifici Rosaria ce l’ha fatta: convocata in Nazionale, dal 28 aprile al 2 maggio, per uno stage riservato alle giovani pugili, che si sono maggiormente distinte al Campionato italiano di Livorno. Rosaria, in Toscana, il mese scorso arrivò terza.

Rosaria (nella foto) alle spalle ha una famiglia di sportivi: madre istruttrice di taekwondo, papà Ciro ex calciatore degli anni ’80. Suo fratello Giuseppe, infine, gioca nella Pro Vercelli. Papà Ciro non voleva che Rosaria, dopo la scuola, indossasse i guantoni. “Sport troppo duro, potrebbe farsi male”, pensava. Dopo la chiamata in Nazionale è stato il primo a scoppiare in lacrime, abbracciando sua figlia.

LA STORIA. L’amore per la boxe nacque incontrando, solo per caso, il suo idolo: Irma Testa, prima pugile donna italiana a qualificarsi per un’Olimpiade. In estate Irma volerà a Rio de Janeiro, Rosaria tiferà per lei. Le due boxeur hanno un tratto, enorme, in comune. Sono entrambe cresciute nella piccola palestra della “Boxe Vesuviana” di Torre Annunziata, all’ombra dei maestri Lucio e Biagio Zurlo. Disciplina, sudore e fatica in via Parini. Ma dopo il risultato arriva. “Per la prima volta, Rosaria ha indossato i guantoni al Liceo Sportivo di via Tagliamonte – commenta il professor Biagio Zurlo - . Faceva un po’ di boxe nelle due ore settimanali di educazione fisica. Mi accorsi subito che aveva voglia di imparare e adesso viene sempre in palestra ad allenarsi”. Un’ora e mezza, tutti i santi pomeriggi. Sempre dopo i compiti.

L'INCONTRO CON IRMA. Il maestro ricorda l’emozione di Rosaria, dopo l’incontro avuto al Liceo con Irma Testa: “rimase letteralmente senza parole – continua Zurlo - quando ebbe l'occasione di conoscere Irma, il suo grande idolo. Irma un giorno venne a scuola come testimonial del Liceo dello Sport. Rosaria aveva le lacrime agli occhi, quasi non riusciva più a muovere la bocca. Un ringraziamento va al preside Capossela, che ha creduto nella nostra disciplina. Il pugilato, a Torre Annunziata, resta di forte impatto per i ragazzi. La boxe può davvero toglierli dalla strada e dal degrado”.     

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