Torre Annunziata. Crollo in via Magnolia, nel cuore del rione-ghetto: anche per il giudice fu “disastro colposo”. Sono 7 i proprietari di abitazioni rinviati a giudizio per quel palazzo che il 28 agosto 2014, al Quadrilatero Carceri di Torre Annunziata, si sbriciolò come neve al sole. Il crollo provocò due feriti: madre e figlio disabile, rispettivamente di 58 e di 32 anni, colpiti dai calcinacci e trasportati d’urgenza all’ospedale “S. Anna” di Boscotrecase. Entrambi, alla prima udienza del processo in programma a dicembre, potrebbero chiedere il risarcimento dei danni.

E’ stato il gup del Tribunale di Torre Annunziata, Antonio Fiorentino, ad accogliere la tesi dell’accusa. Ai proprietari delle abitazioni crollate il pm aveva contestato la “colposa negligenza con pericolo per l’incolumità pubblica”, per non aver svolto una messa in sicurezza immediata del palazzo. Il tutto nonostante le due ordinanze dell’8 marzo 2011, a firma del Comune di Torre Annunziata, con le quali Palazzo Criscuolo ordinava i lavori.

Il crollo avvenne nel “rione-ghetto”, all’incrocio con via Uguaglianza, intorno alle ore 14: a venire giù furono le case ai civici 7-13. Il sindaco Giosuè Starita, nel giorno del disastro ripreso dai mass-media di mezzo mondo, convocò una frettolosa conferenza stampa: “Per la bonifica dell’intera area – il suo commento a caldo - servirebbero cento milioni di euro. Non possiamo sostenere una spesa simile, non ci sono i soldi”. Anche il Comune di Torre Annunziata potrebbe costituirsi parte civile in Tribunale.

La difesa di 2 soli proprietari di abitazioni aveva chiesto al giudice un supplemento d’indagine. L’accusa – la tesi dell’avvocato Gennaro Maresca – si sarebbe infatti concentrata solo sui dati catastali a disposizione dell’Ufficio tecnico del Comune, coinvolgendo anche edifici “non crollati”. La richiesta di integrazione probatoria non è servita ad evitare il rinvio a giudizio. “Dimostreremo al dibattimento che tutta l’area era stata interdetta e quindi non poteva costituire pericolo – ha commentato il legale – . Inoltre, il palazzo dei miei assistiti non è crollato. Loro non c'entrano”.

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