Il pm Emilio Prisco, della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, ha chiuso l’inchiesta sul crollo del palazzo di via Magnolia (nella foto i soccorsi), verificatosi in città nel cuore del rione Carceri il 28 agosto 2014. Una vera e propria tragedia sfiorata in piena estate, nel bel mezzo di un pomeriggio a 35 gradi sotto il sole ed in apparenza innocuo: due i feriti quel giorno. Mamma e figlio, entrambi travolti dalle macerie. Poteva essere una strage.

Il pm, all’inizio, aveva iscritto nel registro degli indagati i nomi di 11 comproprietari dell’immobile crollato. Una sola posizione risulta oggi stralciata. E’ quella di M.P., classe ’92, residente in via Caccia a Torre Annunziata. L’avvocato della ragazza, Gennaro Maresca, ha infatti dimostrato la “mancanza della qualità di erede” nella 23enne. Un altro indagato, R.B. di via Marconi, è nel frattempo deceduto.

Sono in tutto nove i soggetti (8 residenti tra Torre Annunziata e Trecase, uno solo a Pagani, ndr) che rischiano invece il rinvio a giudizio per “colpa in imprudenza e negligenza”, non avendo messo in sicurezza il palazzo (dal civico 7 al numero 13) nonostante le due ordinanze sindacali dell’ 8 marzo 2011. Provvedimenti con i quali il Comune oplontino “accertava le condizioni di avanzato dissesto statico” del fabbricato sbriciolatosi come neve al sole il 28 agosto 2014.

Giorno che Torre Annunziata non dimenticherà mai. In piena estate, nel quartiere del clan Gionta e del degrado, le tivù di mezzo mondo, anche la satellitare ‘Sky’ di Murdoch, si scomodarono per filmare le immagini della vergogna. Istantanee di una tragedia solo sfiorata. Da valutare la posizione che il Comune assumerà nell’eventuale processo. L’Ente di Palazzo Criscuolo potrebbe infatti costituirsi parte civile, chiedendo ai nove comproprietari il risarcimento degli ingenti danni all’immagine subiti.

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