Torre Annunziata, dall'estorsione all'usura: tre donne in manette
Dal 2016 al 2021 decine di prestiti per oltre 215mila euro. Operazione della Guardia di Finanza
18-06-2024 | di Redazione
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Dall’usura all’estorsione. Scattano gli arresti domiciliari per tre donne di Torre Annunziata, responsabili di avere perseguitato e minacciato persone in estrema difficoltà economica. Un’attività criminale a conduzione ‘familiare’ portata avanti senza scrupoli con tassi d’interesse alle stelle oscillanti tra il 40% e il 50% all’anno. Le aguzzine approfittavano della disperazione delle vittime, in grave crisi finanziaria a causa del Covid. Dal 2016 al 2021 avrebbero elargito decine di prestiti per oltre 215.000 euro.
Questa mattina il Gruppo della Guardia di Finanza di Torre Annunziata ha dato esecuzione ad un'ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di tre persone gravemente indiziate dei delitti di usura e di estorsione, con contestuale sequestro preventivo di 2 immobili, del valore complessivo di 100.000 euro, quale profitto del reato.
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In particolare, dalle indagini condotte dalle Fiamme Gialle e coordinate dalla Procura della Repubblica, è emerso che due sorelle e la figlia di una di esse, residenti a Torre Annunziata, avrebbero praticato l'attività usuraria in modo seriale e professionale, minacciando le vittime, peraltro già in condizioni di estrema difficoltà finanziaria, affinché restituissero le somme di denaro alle stesse prestate a tassi d'interesse sproporzionati.
Mediante intercettazioni telefoniche, supportate da perquisizioni e acquisizioni di informazioni nei confronti delle persone coinvolte, è emerso che le indagate, dal 2016 al 2021, avrebbero elargito alle vittime decine di prestiti, per oltre 215.000 euro, con tassi d'interesse oscillanti mediamente tra il 40 % e il 50% annuo.
Al fine di ottenere la restituzione delle somme concesse, le indagate avrebbero fatto ricorso anche ad intimazioni, costringendo, in un caso, la vittima, affetta da ludopatia, a cedere loro due immobili, come saldo parziale del debito usurario contratto. Un'altra vittima, in circostanze analoghe, sarebbe caduta nella rete degli usurai a causa dell'insorgenza di debiti finanziari, dopo che il consorte aveva perso il posto di lavoro nel periodo della pandemia da COVID-19.
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