Patto tra Torre Annunziata e Napoli per il traffico di droga. Erano molto cauti nelle comunicazioni i componenti dei due gruppi criminali, uno napoletano e l'altro torrese, sgominati con 15 arresti eseguiti dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Stato. Usavano, infatti, cellulari e un linguaggio criptati. Per esempio utilizzavano nomi delle squadre di calcio per indicare le varie forze dell'ordine: con Milan si indicavano i carabinieri, con Lazio la Polizia e con Parma la Guardia di Finanza. 

A Torre Annunziata una delle basi di stoccaggio della droga era stata collocata in una pizzeria, il cui titolare fu arrestato e condannato già nel 2021. Inoltre, secondo quanto emerso dell'indagine, le convocazioni, per esempio di coloro a cui era deputato la custodia della droga potevano avvenire anche solo con un colpo di tosse al telefono.

L'indagine coordinata dalla DDA prende spunto, nel 2021, da alcune attività investigative europee durante le quali vennero acquisite delle chat emerse da un sequestro eseguito dalle autorità francesi: si tratta di comunicazioni con cellulari criptati che utilizzavano la tecnologia PGP (il crittosistema più adottato al mondo, molto vicino a quello usato a livello militare) con le quali gli indagati tenevano in piedi i contatti con i fornitori (anche internazionali). Grazie all'individuazione di queste comunicazioni gli inquirenti sono riusciti a documentare viaggi degli indagati in provincia di Reggio Calabria, precisamente nella Locride. 

Del gruppo di Torre Annunziata sono finiti in manette: il 34enne Nino Gemignani, il 36enne Giuseppe Panariello, il 32enne Orsolo Polise e 45enne Antonio Guarro. 

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