Torre Annunziata. Denunciò il pizzo: "Libera" ricorda Raffaele Pastore
A 24 anni dall’omicidio, il presidio anticamorra ha organizzato incontro virtuale: presente Beatrice Federico
23-11-2020 | di Redazione

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Ucciso perché si ribellò al pizzo.
Sono passati esattamente 24 anni da quando Raffaele Pastore fu assassinato per mano della camorra di Torre Annunziata.
In questo giorno, il presidio locale “Libera” presieduto da don Ciro Cozzolino ha organizzato un’assemblea pubblica alle ore 19.30 sulla piattaforma Google Meet. Nel corso dell’evento si ricorderanno tutte le vittime innocenti della camorra di Torre annunziata, insieme a Beatrice Federico (vedova di Raffaele Pastore) e Mariano De Palma di Libera Campania.
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Raffaele non era nuovo a episodi del genere. Due anni prima della sua morte aveva denunciato un'estorsione e fatto arrestare un camorrista. Ma lui, un piccolo commerciante di Torre Annunziata dedito alla vendita di mangimi per animali, aveva continuato a ribellarsi alle minacce della camorra, a chi gli chiedeva forse di ritirare quella denuncia. Lo hanno ammazzato con otto colpi di pistola, ferendo anche la madre, in via Carminiello a Torre Annunziata.
Più volte la moglie Beatrice ha sottolineato nel corso degli anni quanto sia importante avere il coraggio di denunciare, proprio quello avuto da Raffaele Pastore, riuscito se non altro a portare avanti l’ideale di libertà che è servito alla stessa moglie Beatrice per andare avanti.
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