E’ arrivato il momento di agire. E’ stato presentato questa mattina il “Comitato di liberazione dalla camorra e dal malaffare” a Torre Annunziata. A presenziare Pierpaolo Telese, avvocato e consigliere comunale, assieme al senatore del Gruppo Misto Sandro Ruotolo, a Tania Sorrentino e Maria Adriana Cerrato, vedova e figlia di Maurizio Cerrato, e Fabiola Staiano, figlia di Luigi.

Ad aderire, tra le quaranta sigle, anche Giuseppe Manto, presidente di Confcommercio, e il sindacalista Matteo Vitagliano.

Subito sono state annunciate le prime azioni. Questo pomeriggio ci sarà il flashmob in via IV Novembre, dov’è stato ucciso Maurizio Cerrato lo scorso 19 aprile. Poi il prossimo lunedì ci sarà un incontro con Paolo Siani a Villa Parnaso, in occasione del compleanno del compianto Giancarlo. Infine il comitato sarà accolto dal prefetto di Napoli Marco Valentini, che ascolterà le proposte e le problematiche avanzate.

LE DICHIARAZIONI. Dalla scarcerazione della quarta belva dell’omicidio Cerrato, non si è fermata la lotta del senatore Sandro Ruotolo. Proprio lui ha appoggiato in pieno la formazione del comitato. “Lo scorso agosto Libera ha parlato di una Torre Annunziata in agonia. Allora con le associazioni del territorio abbiamo avuto una serie di incontri è cresciuta l’idea di metterci assieme e formare un comitato di liberazione dalla camorra e dal malaffare. Oggi siamo ufficialmente partiti. Vogliamo lavorare su una vertenza sicurezza. Infatti incontreremo il Prefetto e parleremo di beni confiscati e del rafforzamento del corpo vigili urbani. Poi dobbiamo lavorare sull’indifferenza. Se c’è unione tra società civile e istituzioni possiamo vincere. Sennò perderemo sicuramente”.

Poi ha aggiunto. “E’ un lavoro che va fatto anche in silenzio. C’è un emergenza camorra che è drammatica. Estorsioni, stese, agguati e bombe. Su Torre Annunziata vanno accesi riflettori anche a livello nazionale”.

Determinato anche Pierpaolo Telese. “E’ arrivato il momento di agire. Abbiamo l’esigenza di testimoniare con azioni concrete, altrimenti quelle morti saranno state inutili. Oggi a distanza di 30 anni la città mostra ancora il suo lato peggiore. Significa che la camorra ha rialzato la testa seppur con il lavoro incessante di forze dell’ordine e magistratura. La città deve rispondere. Perciò noi chiamiamo alla mobilitazione generale. Al momento sono state messe assieme 40 sigle tra associazioni e sindacati. Dobbiamo ringraziare per lo stimolo che ci ha fornito il senatore Sandro Ruotolo che sentiamo vicino nelle nostri azioni. Nei prossimi giorni rivendicheremo azioni concrete e proposte costruttive che possono essere realizzate subito. Lo dobbiamo proprio a quelle vite spezzate di giovani, donne e uomini che non hanno potuto vivere questo tempo”.

“Trovo una sintonia con quanto dichiarato 40 anni fa dal sindaco dopo l’omicidio Staiano –ha concluso il consigliere comunale- Fu detto che non era una città di camorra, mentre Ascione ha detto che non siamo Fortapasc. Certo Torre vuole essere qualcosa di diverso, ma va costruito. Abbiamo il dovere di ribellarci in un’unità di intenti che deve far prevalere il concetto di comunità rispetto all’isolamento dei singoli”.

Grido d'aiuto anche da Tania Sorrentino, vedova di Maurizio Cerrato. "Mio marito è morto per salvare sua figlia e a oggi ancora non so se ci sia riuscito. E' arrivato il momento di mettere da parte la paura e l'omertà".

Parole dure anche da parte di Fabiola Staiano nel ricordare suo padre Luigi. "Fino a che a Torre Annunziata ci sarà corruzione nel tessuto sociale non cambierà mai nulla. Bisogna che si cambi la mentalità".

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