Dipendente comunale assenteista, a luglio sarà reintegrato in servizio.

Dopo aver timbrato l’ingresso in entrata al lavoro nel comune di Torre Annunziata si allontanava, anche per l’intera durata dell’orario di servizio, dedicandosi a faccende personali invece che a quelle inerenti il servizio pubblico. Ora S.C., 62enne all’epoca dipendente dell´Ufficio Elettorale dell´Ente oplontino, dopo aver “scontato la sua pena” verrà riammesso in servizio.

Con la delibera di giunta 188, ai sensi dell’articolo 5 comma 10 del CCNL dell’11/4/2008, decorso il termine di cinque anni dall’inizio della sospensione cautelare, il dipendente potrà essere riammesso in servizio a partire dal 15 luglio 2019.

“Occorrerà cautelativamente – si legge nella delibera - in ragione dei fatti contestati, provvedere ad un’assegnazione di sede di servizio e a modalità di rilevamento che possano garantire un più pregnante controllo circa la presenza in servizio. Considerato che la sospensione dal servizio, nel mentre produce  effetti negativi sul bilancio familiare del dipendente, dall’altro priva di una unità lavorativa l’organico dell’Ente, già da tempo alle prese con costante riduzione di personale per collocamento in quiescenza; il sindaco, preso atto del parere fornito dal legale esterno Salvatore Canciello, decorso il termine di 5 anni, delibera la revoca della sospensione cautelare dal servizio disposta il 3 aprile 2014 e riammettere in servizio il dipendente”.

LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI. Pedinato dai carabinieri assieme ad un altro dipendente per circa una settimana. Durante tutto questo periodo i due, dopo aver timbrato il cartellino all´inizio dell´orario di lavoro, anziché dirigersi verso il proprio posto di lavoro, abbandonavano la sede comunale per dirigersi in città per svolgere commissioni personali. Questa cattiva abitudine è stata scoperta dai militari dell´Arma che il 2 aprile 2014 li hanno arrestati per truffa aggravata. Per loro arrivò immediatamente la sospensione dal servizio con privazione della retribuzione mensile fino a sentenza definitiva. In base alla normativa vigente in materia, ai due fu corrisposto il 50 per cento della retribuzione base, gli assegni familiari con esclusione di ogni compenso accessorio e, infine, la retribuzione individuale di anzianità laddove acquisita.


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