Un pezzo di storia trasformato in una discarica a cielo aperto. Scontro tra il Comune di Torre Annunziata e RFI per le arcate borboniche. La Commissione Straordinaria al timone dell’ente oplontino ha deciso di nominare l’avvocato Gherardo Marone per capire come uscire da questa infinita fase di stallo. Il progetto di recupero è fermo al palo e servirà il parere dell’esperto per individuare la strategia giusta per ottenere i soldi già versati dal Comune a RFI. 

Oggetto dello scontro il progetto “Water front di Torre Annunziata Progetti POR FESR Campania 2007-2013 Asse IV Recupero e riqualificazione della zona urbana a ridosso dell’area RFI” (Programma JESSICA Campania).

Nel 2017 fu stipulato un Contratto di Comodato con RFI per la concessione ventennale dei vani sottostanti il viadotto ferroviario. Sul tavolo un appalto da 1.688.000,00 euro per recuperare un pezzo di storia di Torre Annunziata. All’epoca il Comune effettuò il pagamento della prima rata di 422.000,00 euro come previsto dall’accordo sottoscritto, ancor prima dell’inizio dell’intervento.

In seguito ai lavori eseguiti RFI richiese nel 2018 il pagamento della seconda rata. E fu proprio in quel periodo che si iniziarono a verificare le prime battute d’arresto. La riqualificazione fu prima bloccata per una serie di rilievi eseguiti sui lavori effettuati e fatturati da RFI e poi in seguito all’inchiesta della Guardia di Finanza in cui furono sequestrati gli atti firmati da Luigi Ammendola e Nunzio Ariano, entrambi ai vertici del Comune di Torre Annunziata e protagonisti dello scandalo che avrebbe poi travolto l’ente.  

Il progetto è ancora fermo al palo e toccherà quindi all’avvocato Marone redigere un parere pro veritate per la risoluzione del contratto di comodato d’uso, stipulato con la RFI e, con la conseguente restituzione dell’importo già versato dal Comune di Torre Annunziata. 

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