“Un cambiamento può avvenire soltanto demolendo la granitica e complice omertà, sempre condita da indomabile indifferenza”. Questo il commento di don Ciro Cozzolino, referente del presidio Libera di Torre Annunziata all’indomani della sentenza che ha confermato l’incandidabilità per l’ex sindaco Vincenzo Ascione, per Rocco Manzo, Giuseppe Raiola, Gioacchino Langella, Luigi Ammendola, Maria Oriunto e Luisa Refuto.

“Mi auguro che questa sentenza – ha proseguito don Ciro - crei nei cittadini di Torre Annunziata inquietudine civile e richiamo alla responsabilità di contribuire al cambiamento radicale. La sentenza, in realtà, più che farci guardare a quello che è successo, ci proietta verso un futuro carico di incertezza, carico di domande”.

Per gli incandidabili, è stata disposta la sospensione dalla vita politica per cinque anni per gli ex amministratori locali responsabili di avere aperto le porte del Comune alla criminalità organizzata. 

Gli interrogativi sui quali si sofferma don Ciro sono quelli relativi alle prossime elezioni: “Abbiamo la speranza che il tessuto civile già deteriorato sia in grado di reagire. Dobbiamo chiederci se gli avvenimenti degli ultimi anni hanno inciso (crollo di Rampa Nunziante, omicidio Cerrato, scioglimento del Consiglio comunale). Paradossalmente, questa sentenza più che dare risposte, suscita nuove o vecchie domande. La prima: I cittadini hanno compreso che devono diventare protagonisti del cambiamento? Sotto questo punto di vista le associazioni, la chiesa e la scuola, saranno in grado di dare il loro contributo per la Città Futura? Non sono conclusioni ma tracce per nuovi inizi”.

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