“Dopo un’attenta analisi dell’andamento politico nazionale e regionale, mi dimetto da coordinatore cittadino. Le mie aspettative sono rimaste deluse”. Luciano Donadio abbandona ‘Scelta Civica per l’Italia’, il partito politico fondato dall’ex premier Mario Monti e che oggi ha come figura apicale il sottosegretario all’economia Enrico Zanetti.

Una decisione, quella di Donadio, presa “in piena autonomia”. L’attivista oplontino era “rimasto affascinato quando al meeting di Roma del 2013 l’imprenditore Montezemolo aveva radunato da tutta Italia le forze civiche territoriali alle quali chiedeva un impegno da promuovere per una nuova primavera politica da ricercare nella ‘base’. Tra persone che potevano costruire una rinnovata classe politica”.

La rottura tra le civiche torresi ed il partito di Monti si ha avuto, riprendendo le parole di Donadio, “per la promiscuità con il governo attuale. Si è lontani dal riformismo declamato dal leader Zanetti, si è lontani dalla vicinanza con chi soffre. In particolare – aggiunge – si è distanti da una realtà complessa e difficile come quella napoletana, avendo preferito accettare supinamente i compromessi con l’Europa tedesca che tartassano le fasce deboli”.

Donadio, uno dei papabili alla fascia tricolore dopo Starita, punta il dito sulle inefficienze delle politiche italiane che “non sovvenzionano la scuola e hanno fatto diventare i povere sempre più poveri. Scelta Civica – conclude – si è confusa per rassicurare delle poltrone, non scendendo in piazza per urlare il cambiamento”.

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