Torre Annunziata, droga al bar: nessuno risponde. Nemmeno sul pestaggio
Conclusi gli interrogatori in Procura. Ancora “ombre” su raid punitivo in strada
25-03-2016 | di Salvatore Piro
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Torre Annunziata. Nessuna risposta al giudice. Nemmeno sul raid in dal quale è partito l’ultimo blitz anti-droga in città, al “Bar Gigi” di via Veneto (vedi link correlati). Conclusi stamattina e in un lampo al Tribunale di Torre Annunziata gli interrogatori delle 7 persone, accusate a vario titolo dalla Procura di tentata estorsione, spaccio di stupefacenti e lesioni aggravate. Francesco Fiorillo (30) e Giovanni Preveggenti (21), ora ai domiciliari e difesi dal legale Luciano Bonzani, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Così come Gianluca Villani (27) e Giancarlo De Angelis (28). Per questi, il pm ha chiesto l’obbligo di firma. L’unico a parlare era stato ieri il 45enne Francesco Bollino (assistito dall’avvocato Fabio Ferrante), ammettendo agli inquirenti le sue responsabilità in merito a circa 8 episodi di cessione della droga.
Torre Annunziata. Centrale dello spaccio al “Murattiano”. Condannati i pusher del “Bar Gigi”
Verdetto “soft” per 7 imputati. Ai domiciliari il gestore del locale, Giovanni “Pallino”
L’INCHIESTA. Per l’accusa, il “Bar Gigi” era una vera e propria centrale dello spaccio. Circa 330 gli episodi di cessione delle dosi ricostruiti dai carabinieri della compagnia di Torre Annunziata - agli ordini del capitano Andrea Rapone e del tenente Davide Acquaviva - nel periodo compreso tra il 16 aprile e il 23 maggio dello scorso anno. A far scattare le indagini una denuncia per lesioni aggravate presentata ai militari.
Il cugino del ras di Boscotrecase – all’epoca sorvegliato speciale - fu pestato in strada il 21 febbraio 2015 da due giovani. I ragazzi agirono col volto coperto da passamontagna, uno era armato di bastone. Solo in seguito al pestaggio, anche grazie alle intercettazioni telefoniche, sarebbero stati individuati i presunti aggressori: Francesco Fiorillo e Giovanni Preveggenti. Entrambi oggi, incalzati dal gip, non hanno fornito alcuna risposta in merito alla vicenda. Secondo la Procura, il movente dell’agguato è da ricercare in un debito di quasi 250 euro, contratto dalla vittima coi due indagati per l’acquisto di marijuana.
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