Torre Annunziata. Spaccio di marijuana in via Fortuna: condanna con sconto in appello e libertà immediata per Francesco Marciano, 28 anni di Torre Annunziata, figlio del cantante neomelodico Ciro ‘Tony’ Marciano, e per Luigi Ercolano (27), nipote dell’artista oplontino, a sua volta ritenuto in passato dalla Dda di Napoli una sorta di ‘menestrello’ del clan Gionta. Marciano junior ed Ercolano, difesi dall’avvocato Luciano Bonzani, erano ai domiciliari dopo le condanne per droga subite in primo grado: rispettivamente a 2 anni e nove mesi ed a 3 anni e cinque mesi di reclusione. Entrambi, scarcerati ieri, hanno ottenuto la sospensione della pena.

LA SENTENZA. In appello forti sconti. A tutti: un anno e due mesi a Francesco Marciano. Un anno e otto mesi di carcere, invece, il verdetto dei giudici ai danni di Luigi Ercolano, figlio di Antonio, vigile urbano in servizio presso il Comune di Torre Annunziata. Anche il vigile 64enne fu indagato nell’inchiesta che a gennaio 2015 portò la DDA di Napoli ad eseguire un’ordinanza di custodia a carico di 14 persone, accusate a vario titolo di associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti con le aggravanti della modalità transnazionale e delle finalità mafiose.

Ma già in primo grado, per i pusher della “Marciano family”, era caduta l’accusa di spacciare per conto del clan camorristico Gionta. Sentenza mite anche per la 26enne pusher del Piano Napoli Lucia Di Lorenzo che, difesa dai legali Lisa Nastri e Salvatore Ambrosio, ha incassato un anno e 6 mesi (pena sospesa) dopo una condanna a tre anni e due in primo grado. Secondo le indagini, la donna si riforniva presso il quartier generale dei Marciano, installato al rione ‘Provolera’ di Torre Annunziata.

IL NEOMELODICO CONDANNATO PER DROGA. Il processo è solo una ‘costola’ scaturita dal blitz ‘Santa Priscilla’: la retata anti-droga dell’Antimafia, che nel 2012 portò all’arresto di 22 presunti affiliati o fiancheggiatori del clan Gionta. Il 4 luglio, con l'accusa di spaccio e traffico di sostanze stupefacenti, finì in manette anche il famosissimo neomelodico di Torre Annunziata Ciro ‘Tony’ Marciano (51), condannato in primo grado a 10 anni per associazione a delinquere.

La sua ultima ‘hit’ «Nun ciamm arrennere», cantata prima del blitz nella propria abitazione di via Andreulli, per gli inquirenti era un invito rivolto ai camorristi affinchè resistessero ai pentiti. Tesi poi smentita in secondo grado, dove il neomelodico incassò una condanna a 5 anni e quattro mesi. I giudici, in quella sede, stravolsero il verdetto: il cantautore napoletano spacciava, sì. Ma non per i Gionta di via Bertone.

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