TORRE ANNUNZIATA. Fiumi di droga in arrivo dal Sudamerica. Al via il processo in ordinario per Domenico Tamarisco e 16 sodali. Suo fratello Bernardo, il ras in carrozzella, nel giudizio parallelo è già stato condannato a 20 anni: secondo il Gip di Napoli, infatti, aveva assunto le redini dei Nardiello di Torre Annunziata, gestendo un milionario traffico di sostanze stupefacenti con sbarco al porto di Salerno.

I Tamarisco ‘Nardiello’, secondo il pm, avevano stretto forti alleanze con le famiglie della 'mala' più influenti nel traffico di droga: un cartello di primissimo ordine, sfruttando i contatti intrattenuti con le 'ndrine di Calabria. La maxi-inchiesta, condotta dai finanzieri del GICO, partì nel 2014. Gli inquirenti intercettarono una telefonata tra il napoletano Gennaro Iavarone, Claudio Scuotto, e il broker della droga Salvatore Iavarone.

Da quello spunto d'indagine, poi, si risalì agli organigrammi operativi sul territorio torrese: due organizzazioni distinte, ma che operavano in maniera collegata. La prima aveva a capo i Tamarisco. L’altra, invece, con al vertice il pregiudicato 33enne Francesco Matrone. La droga partiva dal porto di Guayaquil, in Ecuador, arrivando poi a Salerno. Snodo commerciale dove – secondo l’accusa – Matteo Rispoli e Antonio Romani, dipendenti addetti allo scarico delle merci all’interno del porto campano, recuperavano poi l'intero carico.

I Tamarisco, nel corso degli anni, avevano sancito un rapporto collaudato con una potente cosca della ‘ndrina calabrese. Il tutto fu dimostrato dal sequestro, nel novembre dello scorso anno, di un chilo di coca purissima. La droga venne occultata in un bed&breakfast di Torre Annunziata: era stata trasportata in Campania, a bordo di un'auto munita di doppio fondo. A bordo auto c'era un rappresentante della 'ndrangheta.

Secondo l’accusa, i Tamarisco facevano affari d'oro anche con altri narcos oplontini. Tra questi pure Alfonso Fiorente, lo zio di Pasquale, il broker della droga già arrestato in Cile. Alfonso Fiorente (difeso dal legale Gennaro De Gennaro) avrebbe contrattato con Bernardo Tamarisco una grossa partita di cocaina proveniente dal Sud America e finita nella disponibilità dei Nuvoletta. La Dda di Napoli lo accusa di aver fatto da tramite tra i Nardiello e le famiglie napoletane.

Nella foto, i fratelli Bernardo e Domenico Tamarisco

 

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