Torre Annunziata, droga dall’Ecuador: la regia era del boss in “carrozzella”
Bernardo Tamarisco, il narcos ferito alle gambe in un agguato, incastrato da una “cimice”
27-04-2016 | di Salvatore Piro
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Bernardo Tamarisco, il 44enne narcos della storica famiglia dei Nardiello, il 22 agosto 1996 finì su una sedia a rotelle: ferito dagli ex-rivali dei Gionta in un agguato camorristico che a Torre Annunziata coinvolse anche due passanti. L’agguato, l’handicap e poi l’ascesa. Perché da lì la sua escalation criminale non si è più fermata. Fino all’ultimo arresto, oggi, nel blitz anti-droga condotto dalla Guardia di Finanza al Porto di Salerno (vedi link correlato, ndr). Con Tamarisco, in carcere, altre 22 persone. La cocaina, secondo le indagini, proveniva dall’Ecuador grazie a navi in carichi fasulli che arrivavano nel porto di Salerno, dove il boss in “carrozzella” poteva contare su appoggi tra gli addetti alla movimentazione dei container.
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LE INDAGINI. Bernardo Tamarisco, fino al 6 aprile, era rimasto ai domiciliari: scontava una pena di 5 anni. Ma secondo gli investigatori, il narcos era pronto a riaffermare la potenza del clan. In maniera brutale, uccidendo un rivale. Era stata scelta l’arma, una pistola Glock, scelto il mezzo, una moto, e il luogo dove agire. E anche il killer era pronto: «Domani deve stare nella bara. Domani si deve fare il servizio, gli ‘schiatto’ la capa e vado via». Una intercettazione ambientale del 12 aprile scorso svela agli inquirenti che i Tamarisco sarebbero stati pronti ad uccidere. Anche con l’aiuto dei Gionta, nel frattempo diventati “amici” dopo la rottura con gli Scarpa e la fazione dei Gallo-Cavalieri.
IL ‘CURRICULUM’. Dopo l’agguato, e prima dell’arresto odierno, il boss con problemi alle gambe era riuscito anche a fuggire all’estero: latitante in Spagna, ricercato per associazione mafiosa e per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. Bernardo Tamarisco fu acciuffato solo il 18 luglio 2002. Il narcos era a Torre Molinos. Ad arrestarlo, la polizia di Stato della questura di Napoli, in collaborazione con la “guardia civil” ed il servizio per la cooperazione internazionale della Criminalpol. Il 2 dicembre 2011, infine, il boss della droga sulla rotta Torre Annunziata-Agro nocerino sarnese era uscito dal carcere, ottenendo gli arresti domiciliari. A decidere per la semilibertà a Tamarisco, il giudice Boccassini del Tribunale di Salerno.
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