Bernardo Tamarisco, il 44enne narcos della storica famiglia dei Nardiello, il 22 agosto 1996 finì su una sedia a rotelle: ferito dagli ex-rivali dei Gionta in un agguato camorristico che a Torre Annunziata coinvolse anche due passanti. L’agguato, l’handicap e poi l’ascesa. Perché da lì la sua escalation criminale non si è più fermata. Fino all’ultimo arresto, oggi, nel blitz anti-droga condotto dalla Guardia di Finanza al Porto di Salerno (vedi link correlato, ndr). Con Tamarisco, in carcere, altre 22 persone. La cocaina, secondo le indagini, proveniva dall’Ecuador grazie a navi in carichi fasulli che arrivavano nel porto di Salerno, dove il boss in “carrozzella” poteva contare su appoggi tra gli addetti alla movimentazione dei container.

LE INDAGINI. Bernardo Tamarisco, fino al 6 aprile, era rimasto ai domiciliari: scontava una pena di 5 anni. Ma secondo gli investigatori, il narcos era pronto a riaffermare la potenza del clan. In maniera brutale, uccidendo un rivale. Era stata scelta l’arma, una pistola Glock, scelto il mezzo, una moto, e il luogo dove agire. E anche il killer era pronto: «Domani deve stare nella bara. Domani si deve fare il servizio, gli ‘schiatto’ la capa e vado via». Una intercettazione ambientale del 12 aprile scorso svela agli inquirenti che i Tamarisco sarebbero stati pronti ad uccidere. Anche con l’aiuto dei Gionta, nel frattempo diventati “amici” dopo la rottura con gli Scarpa e la fazione dei Gallo-Cavalieri. 

IL ‘CURRICULUM’. Dopo l’agguato, e prima dell’arresto odierno, il boss con problemi alle gambe era riuscito anche a fuggire all’estero: latitante in Spagna, ricercato per associazione mafiosa e per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. Bernardo Tamarisco fu acciuffato solo il 18 luglio 2002. Il narcos era a Torre Molinos. Ad arrestarlo, la polizia di Stato della questura di Napoli, in collaborazione con la “guardia civil” ed il servizio per la cooperazione internazionale della Criminalpol. Il 2 dicembre 2011, infine, il boss della droga sulla rotta Torre Annunziata-Agro nocerino sarnese era uscito dal carcere, ottenendo gli arresti domiciliari. A decidere per la semilibertà a Tamarisco, il giudice Boccassini del Tribunale di Salerno.

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