“La droga nell’officina di via Plinio era la mia. Il meccanico non c’entra nulla, me l’ha fatta appoggiare sul bancone perché siamo amici. Ho comprato tanta marijuana solo per risparmiare, ma non spaccio. A volte la divido con persone che conosco in cambio di un piacere. Pure col salumiere per una lattina d’olio. Non è un buon momento signor giudice”.

E’ Giuseppe Gallo, titolare al 50 per cento di un noto negozio di vendita di animali, nella zona sud di Torre Annunziata, a “confessare” oggi in Tribunale che quei 187 grammi di marijuana, scovati sabato scorso tra auto e motori ancora in riparazione, da 7 carabinieri del Nucleo Operativo oplontino (vedi link correlato, ndr), li ha comprati da solo “in una piazzetta di Gragnano, dove si spende di meno. Chiesi un po’ in giro, pagando 250 euro per una pianta già divisa in bustine. Poi tornai a Torre”.

Frasi che scagionerebbero dall’accusa di detenzione di stupefacenti il meccanico Michele Battaglia, proprietario dell’officina “incriminata”, così come il terzo del "gruppo" finito due giorni fa in manette, il giovane Armando Lettieri (“Armandino” per gli amici, fermato in sella ad uno scooter), che lavora nello stesso negozio di Gallo.

La solitaria ammissione di colpa, però, oggi non convince il giudice monocratico del Tribunale di Torre Annunziata, Mariaconcetta Criscuolo, che al termine della direttissima sulla “droga in via Plinio” convalida gli arresti, spedendo ai domiciliari tutti gli imputati (difesi dagli avvocati Roberto Cuomo, Giuseppe De Luca e Francesco Lauretta). Giuseppe Gallo, Michele Battaglia e Armando Lettieri andranno così di nuovo alla sbarra a metà ottobre.

“Da giorni notavamo uno strano via-vai di motorini nei pressi del meccanico. Siamo intervenuti sabato in borghese, sequestrando la droga che il Gallo aveva cercato di gettare via da una finestra dell’officina”. Questa invece la relazione sul blitz del maresciallo Marino, vice-comandante del Nucleo Operativo dei carabinieri di Torre Annunziata. Al termine dell’operazione, durata quasi due ore, i militari hanno inoltre sequestrato 1075 euro in contanti (200 rinvenuti in un cassetto dell’officina) e ritenuti provento di attività illecita.

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