TORRE ANNUNZIATA. Droga “purissima” e nascosta in un borsone, baby-pusher rischia 8 anni di carcere. Il pm della Procura oplontina ha chiesto al giudice il massimo della pena per R.C., il 18enne di Corso Vittorio Emanuele III, “pescato” dai carabinieri con 52 dosi di cocaina, 12 di eroina e 29 di marijuana. Il tutto era occultato all’interno di un borsone, che la madre del presunto baby-pusher, una 40enne di Torre Annunzita poi denunciata per favoreggiamento, provò a gettare giù dalla finestra alla vista delle forze dell’ordine. Tentativo fallito: i militari ritrovarono la droga a pochi metri dal portone di casa.  

L’ARRESTO. Il pusher 18enne finì in manette lo scorso 11 dicembre. Oltre al borsone, zeppo di stupefacenti, le forze dell’ordine sequestrarono - al termine del blitz in Corso Vittorio Emanuele - anche 955 euro in contanti, suddivisi in banconote di vario e piccolo taglio (in foto).

IL PROCESSO. Il 18enne, assistito dall’avvocato Ciro Ottobre, è tuttora ai domiciliari. La difesa del presunto baby-pusher ha provato a giocare a processo la carta della perizia tossicologica: esame utile a stabilire la purezza delle 29 dosi di marijuana sequestrate. Il loro “taglio” non ad hoc avrebbe potuto alleviare la pesante richiesta di pena per baby-pusher. La risposta del perito è giunta oggi: droga “pura”. R.C., 18enne di Corso Vittorio Emanuele, rischia il massimo della condanna. Domani la sentenza del giudice.

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