TORRE ANNUNZIATA. Nascondeva droga nei contenitori per i giochi degli ovetti "kinder", e per sfuggire alla cattura li gettò giù dal balcone: condannato Francesco Iovane, pusher con precedenti di via Commercio. Il 28enne, cognato di Francesco Fiorillo, il "regista" dello spaccio nel quartiere murattiano, dovrà scontare un anno e dieci mesi ai domiciliari.

LA SENTENZA. Ad emetterla in abbreviato è stato il giudice del tribunale di Torre Annunziata, Federica De Maio. Per Iovane - assistito dall'avvocato Luciano Bonzani - il pm aveva chiesto una condanna a 4 anni e mezzo di galera. La difesa del pusher ha però ottenuto il riconoscimento dell'attenuante della "lieve entità", nonostante le droghe contenute negli ovetti fossero diverse.

L'ARRESTO. Iovane finì in manette lo scorso 3 novembre. I carabinieri della compagnia di Torre Annunziata - agli ordini del comandante Andrea Rapone e del luogotenente Egidio Valcaccia - gli bussarono alla porta per un controllo anti-spaccio nei rioni del degrado. Spaventato, il pusher lanciò dal balcone della propria casa in via Commercio tre involucri contenenti 18 grammi di cocaina e quasi 2 di crack.

Sfortunatamente per il pusher, sotto casa era appostato un maresciallo dell'Arma. Il militare raccolse tutto e fu sorpreso. Gli involucri, infatti, erano i tipici contenitori gialli conosciuti dai bambini. Da lì scattò una perquisizione. Al termine del controllo, i carabinieri sequestrarono ulteriori 8 grammi di marijuana e 160 euro in banconote da piccolo taglio.

IL PRECEDENTE. Francesco Iovane ha già scontato una condanna a due anni ed otto mesi per spaccio. Il pusher, infatti, finì sotto processo dopo la maxi-operazione antidroga denominata "Biancaneve". Il blitz della Guardia di Finanza che nel 2012 smantellò tre "piazze" nell'orbita del clan Gionta e gestite anche da donne e minorenni alle case verdi (Parco Apega), in via Sambuco e in via Giardino.

Tra i baby-pusher c’era anche una 14enne, ribattezzata proprio Biancaneve: base alle case verdi, padre in carcere e madre incinta. La ragazzina era costretta a spacciare per mantenere la famiglia, ed aveva imparato bene il “mestiere”, consegnando cocaina a piedi o in scooter. A capo dell'organizzazione - secondo i giudici - c'era Francesco Fiorillo, cognato di Iovane. Il "regista" della "neve" poi condannato, in primo grado, alla pena di 6 anni.

 

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