TORRE ANNUNZIATA. Dalla galera agli arresti domiciliari, presso una ONLUS che lo riabiliti dalle droghe: scarcerato Alfonso Fiorente, 47 anni, zio del narcos latitante Pasquale e di Alessandro, il fratellino del broker vesuviano condannato in primo grado - nel novembre 2015 - a 20 anni per traffico di stupefacenti dal Venezuela. A deciderlo è stato il gip del tribunale di Salerno, Emiliana Ascoli, che ha accolto l’istanza di sostituzione della misura cautelare avanzata dal difensore di Fiorente, l’avvocato Gennaro De Gennaro. Lo zio del narcos super latitante è stato dunque trasferito nella comunità di recupero casertana “Leo Onlus omg”, di Valle di Maddaloni.

L’ARRESTO. Alfonso Fiorente era finito in carcere lo scorso 26 settembre, al termine della maxi-operazione “Italo”: blitz eseguito dai carabinieri della compagnia di Battipaglia nei comuni di Pontecagnano Faiano, Bellizzi, Giffoni Valle Piana, Montecorvino Pugliano, Salerno, Torre Annunziata, Boscoreale, Napoli, Trezzo sull’Adda (MI), Porto Potenza Picena (MC) e Monfalcone (GO). Cinque i gruppi criminali, dediti alle rapine e allo spaccio di cocaina, marijuana ed hashish, smantellati con 62 arresti, di cui 27 in carcere, 2 ai domiciliari e 33 con l’obbligo di dimora.

Tutte nel salernitano le basi operative delle associazioni a delinquere, che tuttavia, per fare il carico di droga, si approvvigionavano nelle note piazze di spaccio di Scampia (nelle c.d. VELE, la 33 ed il Villaggio dei Puffi), nonché a Torre Annunziata e Boscoreale (presso i rispettivi Piani Napoli). L’inchiesta era partita da una rapina effettuata il 5 dicembre 2013 all’Eurobet di Pontecagnano. Dalla visione dei filmati fornite dalla videosorveglianza interna, gli investigatori erano risaliti ai primi 3 rapinatori: ‘Biaggino’ Petolicchio, Giovanni Noschese, alias ‘o mellonaro, e il pusher Alessandro Caccavale.

GLI SVILUPPI. Partita l’inchiesta, gli inquirenti a stretto giro risalgono a numerosi indizi che ricollegherebbero il ‘gruppo’ delle rapine ad ulteriori 4 associazioni criminali, specializzate invece nel traffico di stupefacenti in tutta Italia. Tra questi, il ‘gruppo’ con a capo Domenico Lamberti, alias ‘Mimmo La Mafia’. Ad incastrare il sodalizio, con base logistica nel comune di Giffoni Valle Piana, sono diverse intercettazioni telefoniche. Dalle stesse emerge chiara, “fin da subito” – la tesi della Procura - una fitta rete di spaccio con rifornimenti stabili dai fornitori torresi, Adriano Manca (ex latitante) e Alfonso Fiorente, quest’ultimo già in manette il 13 giugno 2015 con l'accusa di detenzione illegale di armi, ricettazione e tentato furto in un’abitazione di Trecase.

Quel giorno, Fiorente tentò infatti di svaligiare un appartamento, non riuscendovi soltanto grazie all’improvviso arrivo dei suoi proprietari. Ad arrestarlo, pochi giorno dopo il tentato furto, furono i carabinieri. All’interno dell’abitazione di Fiorente, i militari dell’Arma rinvennero e sequestrarono una pistola Smith&Wesson calibro 357 Magnum, perfettamente funzionante, con 6 colpi, matricola abrasa e canna modificata. Nel garage, inoltre, il 47enne nascondeva uno scooter ‘Yamaha T-Max’, che era stato rubato sette giorni prima a Boscoreale.


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