TORRE ANNUNZIATA. Resta in carcere a Venezia Vincenzo Estasi, il 37enne oplontino (in foto) condannato in primo grado per droga a 8 anni e otto mesi di reclusione dal gup Paola Russo del Tribunale di Napoli. Estasi, sposato con la nipote di Vincenzo Scarpa “o’ dottore”, noto pregiudicato torrese a sua volta stangato a luglio scorso con 20 anni di galera, aveva chiesto di scontare ai domiciliari la pena inflittagli nel processo stralcio “Hama’l”.

La dodicesima sezione del Tribunale del Riesame di Napoli ha però rigettato la richiesta del suo legale (l’avvocato Fabio Ferrante). Il 37enne torrese - arrestato un anno e mezzo fa da una volante della Questura di Venezia in località Marghera, ndr - è accusato dai giudici di aver effettuato 2 viaggi per la consegna del danaro di alcune partite di "coca" e presumibilmente per conto di potentissimi “narcos” di Castellammare di Stabia e di Torre Annunziata. Tra questi, oltre a “o’ dottore”, anche Francesco Tamarisco (42 anni), ras oplontino de “I Nardiello”, già condannato in abbreviato a 10 anni e dieci mesi di carcere.

L’INCHIESTA E IL PROCESSO. Un maxi-traffico di droga purissima in arrivo dalla Spagna e dall’Olanda: oltre 350 chili di cocaina - dal valore di circa 12 milioni di euro - viaggiavano su pesanti tir per le autostrade di mezza Europa nascosti in vasetti di maionese. Questa la scoperta fatta nel settembre 2013 da 100 finanzieri del Comando provinciale di Napoli. Nel blitz (denonimato Hama’l) finirono in manette 34 persone, accusate a vario titolo di far parte di una collaudata “associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al narcotraffico”. Per i giudici, i narcos Vesuviani si scambiavano informazioni sulle rotte della “coca” tramite sms con cellulari “BlackBerry”.

Coinvolta nell’indagine anche la famiglia Scarpa, da tempo trasferitasi in Spagna e per gli inquirenti collegata al clan Gionta di Torre Annunziata. A comandare le operazioni dal carcere era per la Dda di Napoli proprio Vincenzo Scarpa “o’ dottore”, arrestato nel 2013 a Fiumicino in procinto di prendere un volo per Madrid con un falso documento d’identità. “O’ dottore”, al quale i finanzieri all’aeroporto sequestrarono 12.500 euro in contanti, secondo l'Antimafia gestiva i traffici illeciti attraverso i colloqui con il figlio Bruno (26), indicato tra i principali protagonisti dell’organizzazione e che difeso dall’avvocato Salvatore Irlando è andato assolto in abbreviato da ogni accusa.

Dopo l’inchiesta, in dieci tra narcos e corrieri (tra i quali anche Vincenzo Estasi) speravano nello sconto fino a un terzo della pena. Lo scorso 23 luglio la “batosta” inflitta invece a tutti dal gup di Napoli: 78 anni di carcere complessivi per gli artefici del mostruoso traffico di cocaina, pronta ad alimentare le piazze di spaccio di Torre Annunziata, Castellammare di Stabia e Secondigliano.

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