TORRE ANNUNZIATA. Installò 5 micro-camere sul tetto per eludere eventuali blitz anti-droga delle forze dell'ordine: ma per il giudice, il presunto pusher non ha commesso il fatto e va assolto.

Michele Genovese, 42enne di via De Simone (nella foto), è stato assolto in tribunale da ogni accusa. La sua difesa, rappresentata dall'avvocato Luciano Bonzani, ha infatti dimostrato l'assenza di ogni collegamento tra il bunker hi-tech e la sua presunta attività di spaccio, gestita nei dintorni di Palazzo Fienga, l'ex roccaforte di camorra dei Gionta. Per Genovese, il pm aveva invocato 4 anni e mezzo di reclusione.

L’uomo finì in manette nel settembre scorso con l’accusa di detenzione di droga ai fini di spaccio (in basso video correlato, ndr). Circa 13 i grammi di cocaina e crack, rinvenuti dagli agenti del commissariato di polizia di Torre Annunziata (agli ordini del primo dirigente Vincenzo Gioia e della vice Elvira Arlì) all’interno di un’abitazione al piano terra di via De Simone. Abitazione in uso al presunto pusher.

A presidio della propria attività da pusher consumato - secondo gli investigatori - Michele Genovese aveva messo in piedi un vero e proprio sistema di video-sorveglianza: 5 micro-camere; un ricevitore di segnale radio per telecomando; un'antenna per ricezione segnale; 3 alimentatori, un modulatore audio/video ed un quadro visore modello HIKVISION.

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