Una staffetta di democrazia e legalità. Torre Annunziata celebra eroi nazionali e cittadini in una delle ricorrenze che hanno segnato maggiormente il popolo italiano.

Il 23 maggio 1992 moriva Giovanni Falcone e la sua scorta nella strage di Capaci: Torre Annunziata da anni ha deciso di ricordarlo in uno dei quartieri più difficili della città, come il Rione Penniniello. E’ stata adagiata una corona di fiori sulla stele che ritrae il compianto giudice: un mini corteo che, al termine del “silenzio” militare, si è diretto verso la palestra del quartiere, dove il sindaco di Torre Annunziata, le maggiori autorità religiose e militari locali, dirigenti scolastici ed il presidente del Tribunale di Torre Annunziata Ernesto Aghina hanno reso omaggio alla vittima di mafia ed agli alunni dell’istituto scolastico “Cesaro – Vesevus”, meritevoli di aver salvato la vita alla loro professoressa, colta da malore nella sua abitazione di Vico Equense.

“Una giornata importante per la rinascita della società civile e di tutta la nostra nazione – ha spiegato il consigliere comunale Ciro Alfieri -. Per la nostra città deve rappresentare il simbolo di ripresa e di riscatto”.

“Oggi democrazia e libertà devono essere assunti ad espressione di buoni principi per i nostri giovani – ha continuato il consigliere Pierpaolo Telese -. Nel ricordo di Falcone, della sua scorta e di tutti i martiri delle mafie, facciamo sì che si possa costruire un paese migliore, ad iniziare da questo quartiere. Portare qui un elemento di vita e da qui farlo germogliare un futuro è uno sprone a fare ogni giorno qualcosa in più per questa città”.

Messaggio di speranza e di monito anche per Don Antonio Carbone, direttore dei Salesiani di Torre Annunziata: “Si muore quando si è lasciati soli. E’ uno dei messaggi di Falcone che non devono restare inascoltati. Don Bosco ci ha detto che in ogni ragazzo c'è un punto accessibile al bene. Sta a noi educatori trovarlo. E’ questo il nostro impegno nella vita di tutti i giorni”. Sulla stessa lunghezza d’onda Monsignor Raffaele Russo della Basilica della Madonna della Neve, che ha parlato del compito della chiesa di collaborare per far sì che questa città torni al suo splendore”; e don Ciro Cozzolino, parroco della chiesa della SS. Trinità e referente dell’associazione “Libera” che sottolinea il fatto che “prima le bombe facevano paura. Oggi invece, grazie alla maggiore coscienza civile delle genti, si scende in piazza a far sentire la propria voce”.

“Beato il paese che non ha bisogno di eroi – ha aggiunto il presidente del tribunale di Torre Annunziata Ernesto Aghina -. Preferiamo che il nostro paese cresca senza tragedie come questa. Raccogliamo invece, le testimonianze di questi eroi e continuiamo a vivere nel nostro piccolo con lo stesso obiettivo che questa luce ci ha investito”.

Al termine della cerimonia, è stata consegnata una targa ed una pergamena per gli alunni della classe VA del Cesaro – Vesevus, per rendere duratura nella memoria dei ragazzi, un pomeriggio nel segno della legalità e dell’aiuto verso il prossimo.

“L’eroismo di questi alunni – ha chiosato il sindaco di Torre Annunziata Vincenzo Ascione - ha dimostrato all'Italia intera che quei valori che Falcone, Borsellino e tutte le vittime morte per portarli avanti, ci sono ancora. Il loro è un messaggio di speranza, hanno dimostrato che la solidarietà e avere cura della propria scuola e dei proprio amici è un tema fondamentale che ognuno deve portare sempre dentro di sé”.

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