Torre Annunziata: “Entra dove sta la Smart”. Ecco il segnale per la casa squillo di via Plinio
Annunci su internet e trucchi per “non dare nell’occhio”. Svelati a processo i segreti dell’alcova a luci rosse
12-05-2015 | di Salvatore Piro
VERSIONE ACCESSIBILE DELL'ARTICOLO
“Bella, dolce, prosperosa e disponibile. Vieni a provarmi”. E’ solo uno dei molti annunci messi in rete, su “Bakeca incontri”, sito specializzato in appuntamenti hot e con tante offerte, anche di trans, anche su Torre Annunziata. Basta spulciare tra le foto hard e il gioco è fatto. Cellulare e indirizzo preciso si trovano tra i tags. Con tanto di numero civico. Così si adescavano i clienti, pure in via Plinio, al confine con Pompei, a due passi dalla Chiesa.
A svelare i trucchi dell’alcova del sesso, scoperta il 24 novembre scorso dal blitz della Polizia oplontina, i due giovani testimoni citati oggi dal pm Rosa Annunziata al processo che, dinanzi al collegio della seconda sezione penale del Tribunale (presidente Maria Rosaria Aufieri), accusato di favoreggiamento della prostituzione vede alla sbarra una sola persona: Mario Casamento, difeso dall’avvocato Carlo De Pascale.
Torre Annunziata, prof trans in un istituto tecnico Simona Aiello: 'I miei studenti mi hanno sostenuto'
La storia dell'insegnante di italiano del Marconi in un libro
“Andai sul sito – racconta in aula un cliente di Assisi, ma torrese di origini - trovai l’annuncio ed un numero di telefono. Chiamai e rispose una voce femminile. Mi disse di bussare mezz’ora dopo ad una porta di ferro, poco distante dalla rotonda di Pompei, in direzione Torre Annunziata. Fuori, doveva esserci una Smart nera parcheggiata”. Era questo il segnale per ridurre i tempi d’attesa, evitando file “sconvenienti” all’ingresso.
“Pagai cinquanta euro per un rapporto veloce, di dieci minuti al massimo, consumato con una bionda sulla quarantina e di corporatura robusta (la trans E.S.L., residente a Lecce, classe ‘80, riconosciuta oggi in aula e indagata per favoreggiamento personale in procedimento connesso, ndr) – dichiara invece il secondo teste dell’accusa, un universitario che quasi si vergogna per l’interrogatorio della Polizia all’uscita dalla casa - . Per me era la prima volta. La ragazza mi disse di stare tranquillo. Quella era la sua stanza, non ci avrebbero visti. Dalle altre camere (due, secondo la ricostruzione degli inquirenti) sentì solo squillare dei cellulari, ma non vidi nessuno in quella casa”.
Nemmeno l’unico imputato dunque, Mario Casamento, il cui esame potrebbe svolgersi in estate, alla prossima udienza, a chiusura del dibattimento. Poi sarà tempo di sentenza, su quella casa di via Plinio, dove la Polizia, in autunno, sequestrò quasi duemila preservativi al gusto di mela, giochi erotici, maschere, lingerie di pizzo e circa ottocento euro nascosti in un borsello di pelle arancione.
Sondaggio
Risultati
Puoi ricevere le notizie de loStrillone.tv direttamente su Whats App. Memorizza il numero 334.919.32.78 e inviaci il messaggio "OK Notizie"