Torre Annunziata. Da un arresto per evasione al ritorno ai domiciliari, in attesa di un processo per spaccio di droga. Tutto in nemmeno 24 ore. E' successo a Salvatore Montemurro, alias "Tore 'o biondo", il 30enne ritenuto dagli inquirenti vicino al clan Gionta e pescato ieri dai carabinieri di Pompei a "prendere aria" giù al cortile di un'abitazione in via Moregine (di proprietà della sua compagna). L'uomo, assistito dall'avvocato Maria Macera, è comparso in Tribunale per spiegare che in realtà si trovava sull'uscio del cancello del cortile. Una sorta di "leggerezza", che ha convinto il giudice a non aggravare la misura a carico di "Tore 'o biondo". Il 30enne, figlio di Giuseppe Montemurro, in passato considerato ai vertici della cosca di via Bertone, è stato così solo rispedito agli arresti domiciliari.

IL PROCESSO. Salvatore Montemurro aspetterà in casa l'esito del processo che nel frattempo a Napoli lo vede alla sbarra per droga. Secondo il pm della Dda partenopea, Maria Di Mauro, "Tore 'o biondo" era infatti tra i grossisti dell'alleanza stretta tra i clan Falanga e Gionta per inondare di "coca" le coste del Cilento. La holding venne smantellata con uno spettacolare blitz da 25 arresti nel settembre scorso. A capo dell'associazione - secondo gli inquirenti - i coniugi Giorgio Fedeli (42, alias 'o mellunar) e Nora De Rosa (39), entrambi di Torre del Greco. Il gruppo avrebbe anche addestrato 3 pusher minorenni per l'attività di spaccio sulle coste di Palinuro di Centola e di Pisciotta. La droga veniva trasportata dalle falde del Vesuvio con due viaggi a settimana in autostrada. Per Salvatore Montemurro, accusato di singoli episodi di cessione, il pm ha già chiesto una condanna a sette anni e mezzo.

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